Monza e Brianza, uno dei territori più colpiti dalla seconda ondata di coronavirus, provano a organizzarsi. Con i farmaci consegnati a domicilio (Lissone, Desio, Seregno) e con i primi due hotspot territoriali anti-contagio in sperimentazione a Varedo.
Nel primo caso si tratta di una iniziativa di sette Farmacie Comunali – LloydsFarmacia in una “iniziativa pensata per supportare la popolazione nel periodo più soggetto a malanni stagionali e per manifestare vicinanza a tutta la cittadinanza, in questa delicata fase autunnale di sensibile aumento dei contagi da Covid-19. È possibile attivare la consegna domiciliare o il servizio di ‘prenotazione&ritiro in Farmacia’ attraverso l’app Lloyds o contattando la LloydsFarmacia preferita. L’iniziativa vede per l’intero mese di novembre la partnership con Pfizer, divisione che gestisce i prodotti maturi”.
La consegna a domicilio gratuita di farmaci e parafarmaci è attiva a novembre a Lissone, Desio e Seregno: a Lissone alla 1(H24) di via Giosuè Carducci, telefono 039.794820; alla 2 di via Domenico Savio 039.482427; alla 3 di via Pacinotti 039.460750; alla 4 di via Manara, 039.9418391; a Desio alla 1 di via Garibaldi, 0362.300625; alla 2 di corso Italia 0362.628379; alla 3 di via Sempione 0362.628379; a Seregno alla farmacia di San Salvatore, in via Montello, 0362.238971.
«Oltre al servizio di consegna dei farmaci a domicilio organizzato dalla Croce rossa di Desio – dice il sindaco di Desio Roberto Corti – le tre farmacie comunali grazie alla partnership con LloydsFarmacia, consentono di sviluppare ulteriormente un grande vantaggio per i cittadini in questo periodo non facile. Questa attività rappresenta un sostegno concreto alla comunità, soprattutto alle persone anziane in difficoltà durante la forte emergenza sanitaria che stiamo vivendo ogni giorno. Ne approfitto per chiedere, in particolar modo agli over 65, che sono i soggetti più a rischio, di restare a casa. Ringrazio chi trova soluzioni per aiutare chi ha bisogno, dimostrando che oltre al business esiste il servizio alla comunità».
L’Asst di Monza e la Regione invece annunciano l’apertura dei primi hotspot territoriali per la diagnosi del Covid-19, a Varedo. «La decisione di apertura degli hotspot territoriali risponde ad un duplice obiettivo – sottolinea l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera -: integrare le prestazioni della medicina territoriale con quelle specialistico-ospedaliere offrendo così ai medici di medicina generale un punto di riferimento di prossimità verso cui indirizzare i pazienti che necessitano di un accertamento della patologia da coronavirus». Tra gli obiettivi, spiega il direttore generale dell’Asst Mario Alparone, anche ridurre gli accessi al pronto soccorso.
Sono previsti sei ambulatori in hotspot distinti: i primi due ad aprire, lunedì 2 novembre, saranno situati all’interno dell’hotspot di via San Giuseppe a Varedo con orario 8.30/12.30 – 13.00/15.30. Nelle prossime settimane saranno quindi attivati gli hotspot di Limbiate e di Monza. L’accesso non sarà libero, bensì avverrà esclusivamente previo appuntamento che potrà essere preso direttamente, ed esclusivamente, dal medico curante. «Il paziente inviato all’hotspot verrà sottoposto a visita specialistica e ad una diagnostica adeguata – commenta Gallera – e potrà quindi essere inviato a casa in telemonitoraggio oppure direttamente al ricovero in reparto saltando quindi il passaggio in pronto soccorso. Si tratta quindi di una risposta efficace, rapida e tempestiva che pone la persona al centro del percorso di diagnosi, cura e assistenza, nell’ambito di una proficua e virtuosa collaborazione fra ospedale e territorio».
«Si plaude a questa iniziativa di vera integrazione territorio-ospedale che contribuisce a migliorare la gestione di un paziente che può presentare un potenziale aggravamento in brevissimo tempo, evitando il dramma già vissuto nella prima fase – aggiunge Carlo Maria Teruzzi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Monza e della Brianza -. Questa emergenza ci pone nuove sfide: siamo tutti chiamati a ripensare anche il nostro ruolo e a ritrovare vie per vivere il nostro impegno con spirito collaborativo affrontando la complessità dell’emergenza con il genuino senso del prendersi cura».