Con i metal detector per la Brianza a caccia di tesori: e sono già in 60

Da tre anni dedicano il loro tempo libero a setacciare campi e boschi con i loro metal detector per portare alla luce tesori nascosti. Da una settimana hanno deciso di farsi conoscere: tre lecchesi che cercano tra Monza, Lecco e Como. E hanno già formato un gruppo di 60 persone.
I protagonisti di Metal detector Brianza
I protagonisti di Metal detector Brianza Alessandra Botto Rossa

Da tre anni dedicano il loro tempo libero a setacciare campi e boschi con i loro metal detector per portare alla luce tesori nascosti. Una settimana fa hanno deciso di farsi conoscere: hanno aperto il gruppo Facebook “Metal Detector Brianza” (a cui due giorni fa hanno aggiunto la pagina “mdb.metaldetectorbrianza”) e tramite i social cercano appassionati e curiosi disposti a unirsi a loro nelle uscite tra Monza, Lecco e Como.

La statuina ritrovata – «Quando ci vedono in azione – raccontano i lecchesi Giulio Casati e Alessandro Contin, 39 anni, e Alessandro Conversano, 29 – la gente ci punta addosso sguardi interrogativi. Ci scambiano persino per cercatori di uranio o tecnici al lavoro per individuare il punto in cui fare passare una nuova strada. È la prova che il nostro hobby è ancora poco conosciuto qui da noi, ma vogliamo fare cambiare le cose».

Monza e Brianza ha già dato i suoi frutti. «Abbiamo trovato – racconta Casati – la statuina di una Madonna, molto probabilmente degli anni Trenta, in un campo a Renate, e diverse monete Vittorio Emanuele II e III, sempre nella stessa zona». Solo una minima parte del tesoro racimolato dai tre amici girando in lungo e in largo la Brianza con metal detector e pala.

I cimeli ritrovati – Tra i cimeli più curiosi riemersi dalla terra, una targhetta d’acciaio del 1978 con incisi i nomi di una ragazza di quattordici anni e di un ragazzo di 18, e un numero di telefono di casa, nei campi tra Inverigo e Lurago, e una fede con marchiati i nomi degli sposi e la data delle nozze, in un bosco tra Nibionno, Costa Masnaga e Garbagnate.

Per entrambi i ritrovamenti, i tre cacciatori sono riusciti a risalire ai proprietari. E, ora che sono usciti allo scoperto, i tre hanno grandi idee per diffondere il loro hobby.

«In questi giorni – continua Casati – abbiamo scoperto che ci sono circa sessanta persone che praticano il metal detecting nella nostra area e prima dell’estate vorremmo riuscire ad organizzare un bel raduno in un campo nella zona dove magari fare una specie di torneo».