Cesano Maderno: condanna con pena sospesa per le due maestre dell’asilo accusate di maltrattamenti

Un anno e 10 mesi di reclusione con pena sospesa per le due insegnanti della scuola materna Calastri di Cesano Maderno accusate di maltrattamenti, falso in atto pubblico e peculato. Avevano anche preso le merendine ai bambini.
Il tribunale di Monza
Il tribunale di Monza

Un anno e 10 mesi di reclusione con pena sospesa per le due insegnanti della scuola materna Calastri di Cesano Maderno, una 54enne di Desio e una 53enne di Cormano, accusate di maltrattamenti, falso in atto pubblico e peculato.


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Si tratta della sentenza pronunciata venerdì, con rito abbreviato, dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Monza Marco Formentin. Le due maestre ad ottobre del 2019 erano già state raggiunte dalla misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività di insegnante ed educatore per la durata di 9 mesi. Il gup le ha anche condannate a pagare un risarcimento dei danni con una provvisionale di 1.000 euro ciascuna alle parti civili costiuite (rappresentate dagli avvocati Cristina Ricci e Gianluca Crusco), undici famiglie di altrettanti bambini e alla refusione delle spese. Sono state anche dichiarate interdette dai pubblici uffici per 5 anni e dalla professione di insegnante per 10 mesi. Sia la pena principale che quelle accessorie sono state sospese e non ci sarà menzione.

I fatti contestati risalgono al periodo settembre 2018 – giugno 2019 dopo una denuncia presentata ai carabinieri dalla dirigenza scolastica dell’istituto – estraneo alle accuse – alla quale si erano rivolti alcuni genitori preoccupati da alcuni atteggiamenti dei figli. I militari dell’Arma, a fini di indagine, avevano installato telecamere nascoste che avrebbero filmato presunti maltrattamenti e minacce.

Di qui le successive accuse, in concorso, per le due insegnanti, che hanno sempre negato gli addebiti. Oltre alle accuse di maltrattamenti, per i “castighi spropositati” che sarebbero stati imposti ai bimbi della scuola , sono state contestate anche quelle di peculato, per essersi impossessate delle merende dei piccoli, considerate un bene pubblico, e di falso, per aver addossato sulle famiglie la responsabilità del malessere dei piccoli, nelle schede da inviare alla scuola primaria per formare le classi.