Celebrata a Seregno, nel parco “Fratelli Longoni”, la giornata del Ricordo

La sede è stata scelta per la presenza di una lapide dedicata a Norma Cossetto, gettata viva in una foiba nel 1943, a soli 23 anni, e da allora simbolo di quel periodo storico
La foto di gruppo al termine della cerimonia, al fianco della stele che ricorda Norma Cossetto

Come da tradizione consolidatasi nel tempo, l’amministrazione comunale di Seregno ha proposto venerdì 10 febbraio una cerimonia per sottolineare la ricorrenza della giornata del Ricordo, istituita nel 2004 per fare memoria dei martiri delle foibe e di tutte le vicende vissute suo malgrado dalla popolazione italiana sul confine orientale, all’indomani del termine della seconda guerra mondiale. Teatro del momento, introdotto da una lettura da parte di un’attrice di Cartanima, è stata l’area del parco urbano di via Reggio, intitolato ai fratelli Elia ed Antonio Longoni, dove è collocata una stele dedicata a Norma Cossetto, gettata viva a soli 23 anni in una foiba, omaggiata con una corona floreale.

Giornata del Ricordo: l’intervento del sindaco

«Oggi per noi è la giornata della consapevolezza -ha commentato il sindaco Alberto Rossi-. Una consapevolezza che è necessaria per tanti nelle nostre comunità, che ancora non hanno in mente perché un appuntamento come questo è indispensabile. La lettura che abbiamo ascoltato ci ha aiutati a calarci nello spirito che si viveva tra il 1947 ed il 1948 in un sobborgo di Umago, con uno straniamento che era comune a tanti villaggi delle terre di confine. Ricordiamo la brutalità degli eccidi nelle foibe e la solitudine di chi visse l’esperienza dell’esodo, alla ricerca in Italia di una casa agognata. Una pagina dolorosa della nostra storia».

Giornata del Ricordo: presente l’associazione Venezia Giulia Dalmazia

Fabio Napoli, delegato del comitato di Monza e Brianza dell’associazione Venezia Giulia Dalmazia, ha di suo riproposto il discorso celebrativo pronunciato nel 2020 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui sono stati sottolineati «l’opera di pulizia etnica che colpì la popolazione italiana» per mano dei partigiani jugoslavi del maresciallo Tito e «l’esodo forzato, che fa parte della storia del paese e dell’Europa». Circostanze alle quali, secondo Mattarella, i contemporanei «non attribuirono il giusto rilievo, per superficialità o per calcolo. Oggi quel triste capitolo è uscito dal cono d’ombra».