Rilievi della scientifica sull’abitazione di proprietà di un biassonese devastata dalle fiamme giovedì notte a Cercino, in Valtellina. A due giorni dall’incendio partito dallo chalet in legno nel centro del paese e propagatosi poi all’edificio di fronte, sono in corso le indagini volte ad appurare la causa di quanto accaduto. Anche se Massimo Silva, il proprietario dell’immobile distrutto, da subito pare non avere avuto dubbi sulla natura dolosa del rogo.

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Un testimone avrebbe infatti visto allontanarsi un uomo che potrebbe essere coinvolto lungo la scaletta che costeggia la casa da cui è partito l’incendio.

Intanto, spente le fiamme dopo una lunga operazione da parte dei vigili del fuoco di Morbegno e di quelli di Sondrio intervenuti a supporto con uomini e mezzi aggiuntivi, si fanno le prime valutazioni sulle cause. Sembra ormai possibile escludere un cortocircuito e si cercano le prove dell’origine dolosa, visto che le fiamme potrebbero essere partite da un balcone della casa in legno per mano di qualcuno che avrebbe volontariamente appiccato il fuoco.

Sono nove le persone, quattro famiglie in tutto, sfollate per inagibilità delle due case andate a fuoco e di un terzo appartamento temporaneamente inagibile. Lo chalet di Silva è in parte crollato a seguito delle fiamme e in parte in conseguenza dei lavori di bonifica dei vigili del fuoco, che hanno dovuto eliminare le parti vacillanti e a rischio crollo. Dovrà essere rimosso anche il tetto dell’edificio a fianco dello chalet, raggiunto dalle fiamme.