Cartoline d’estate di Monza: come eravamo nel 1985

Quarta puntata del viaggio nel passato di Monza attraverso le cronache del Cittadino: cosa succedeva nel 1985.
Il Cittadino 1985
Il Cittadino 1985

Per chi quarant’anni fa c’era il 1985 rimarrà scolpito nella memoria per la grande nevicata che a gennaio paralizza la città per diversi giorni: il peso del metro di neve provoca ingenti danni quantificati in maggio dal Comune, come scrive il Cittadino, in un miliardo e 481 milioni di lire.

Il Cittadino 1985
Il Cittadino 1985

Monza, come eravamo nel 1985: le tragedie dell’Heysel e della Val di Stava

L’85 è anche l’anno di due tragedie collettive che, seppur indirettamente, toccano Monza: il 29 maggio tra i 39 morti della strage dell’Heysel provocata dal crollo di un muro dello stadio prima della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool c’è il brugherese Antonio Ragnanese mentre tra le 268 vittime dell’immane ondata di fango che il 19 luglio devasta la Val di Stava ci sono due ingegneri, fratello e sorella, che negli anni Cinquanta hanno abitato in città. Il disastro non coinvolge, invece, i ragazzi dell’oratorio di San Giuseppe, in campeggio a pochi chilometri dai luoghi del disastro.

Monza, come eravamo nel 1985: il carcere di via Mentana

In quell’anno “da bere”, come è stato definito quel decennio, le condizioni del carcere di via Mentana rimangono disumane nonostante da almeno vent’anni si auspichi la sua chiusura e la costruzione di una nuova struttura: in una domenica pomeriggio di marzo due diciottenni in attesa di giudizio muoiono asfissiati dopo aver incendiato per protesta i materassi della loro cella. I soccorsi sono rallentati dai tifosi che escono dal Sada al termine della partita: poche settimane dopo, per ridurre il sovraffollamento, alcune decine di detenuti vengono trasferiti in altre città.

Il Cittadino 1985
Il Cittadino 1985

Monza, come eravamo nel 1985: la crisi della giunta

La giunta guidata da Elio Malvezzi deve fronteggiare la crisi che si prolungherà fino al 1986: in luglio si dimette l’assessore democristiano Emanuele Cirillo mentre il socialista Claudio Teruzzi restituisce la delega all’edilizia privata, qualche settimana dopo i repubblicani lasciano la maggioranza. Proseguono i dibattiti su questioni ancora oggi di attualità: l’amministrazione è orientata ad abbattere l’ex Macello in seguito ai crolli di alcuni padiglioni causati dalla nevicata, tra blocchi, ripartenze e rifinanziamenti continuano i lavori per la costruzione dello stadio Brianteo, il Comune stanzia cento milioni per lo studio di fattibilità del sottopasso ferroviario tra le vie Rota e Grassi che sarà realizzato parecchi anni più tardi, dopo vent’anni di ragionamenti il futuro della Cascinazza rimane incerto, si profila la pubblicazione di un concorso internazionale per la riqualificazione di piazza Duomo mentre partono i lavori di manutenzione del campanile grazie a una sottoscrizione popolare che punta a raccogliere 300 milioni.

Il Cittadino 1985
Il Cittadino 1985

Monza, come eravamo nel 1985: i Giardini reali a pagamento e traffico

A giugno l’assessore Filippo Apicella propone l’istituzione dell’ingresso a pagamento nei Giardini Reali inaugurando una discussione mai chiusa, il consiglio comunale approva il progetto della passerella di via Sempione mentre la Circoscrizione 2 respinge l’ipotesi di attrezzare in viale delle Industrie un campo nomadi per la sosta temporanea. Gli scarichi abusivi nel Lambro rischiano di mettere fuori uso il depuratore e a San Rocco crescono le proteste dei residenti per gli odori sprigionati dall’impianto.

Per cercare di fluidificare il traffico uno studio del centro ricerche Fiat propone l’introduzione di semafori intelligenti, la costruzione di parcheggi interrati e l’istituzione del disco orario in metà degli stalli del centro e della tariffazione nell’altra metà.

Il Cittadino 1985
Il Cittadino 1985

Monza, come eravamo nel 1985: la morte di Silvia Tremolada

A giugno l’intera città si commuove per la morte a Minneapolis, dov’è ricoverata, di Silvia Tremolada, la quindicenne che da un anno lotta contro un tumore alla gamba anche grazie al sostegno di tanti monzesi. In ottobre, invece, si spegne in clinica Zucchi lo scrittore Riccardo Bacchelli.

Monza, come eravamo nel 1985: le nascite al minimo

L’inverno demografico non scoppia negli anni Duemila: nel 1985 le nascite, scrive il Cittadino, sono al minimo storico. Gli effetti si fanno sentire tra i banchi: il piano scuola illustrato a giugno in consiglio comunale prevede la chiusura delle elementari Appiani, Foscolo e Mantegazza e della media Marconi oltre al trasferimento della Bellani da via Guarenti a via Foscolo e la costruzione della sede del Porta in via Della Guerrina. Il taglio dei plessi è provocato sia dal calo demografico sia «dall’arresto dell’immigrazione».

La ripresa degli sfratti esecutivi, con i 629 dichiarati in città, acuisce il problema casa e mentre quindici persone vengono denunciate per occupazione abusiva in giunta c’è chi ipotizza di acquistare cinquanta appartamenti al centro Colleoni di Agrate per alloggiare le famiglie bisognose.

Monza, come eravamo nel 1985: i nuovi “delinquentelli”

Terroristi e bande di criminali non atterriscono più la città come qualche anno prima, ma compaiono nuovi fenomeni: «Prospera anche in Brianza il racket delle estorsioni» avverte a maggio la commissione speciale della Regione. A Cazzaniga, intanto, trecento persone chiedono con un esposto più sicurezza per il «piccolo Bronx» in cui bande di «delinquentelli» in motorino rapinano i ragazzini. Ad agosto i vigili recuperano i cani abbandonati nel Parco da chi parte per le vacanze: calano, però, i bracconieri a caccia di fagiani e conigli selvatici.

Monza, come eravamo nel 1985: Prost e un giovane Bugno

Al Gran Premio trionfa Alain Prost davanti a Nelson Piquet e Ayrton Senna mentre gli appassionati di ciclismo si entusiasmano per le imprese di un ventunenne che miete vittorie tra i dilettanti e che è promosso tra i professionisti: Gianni Bugno.