UnipolSai avrebbe subito un raggiro da circa 100mila euro legato a falsi incidenti stradali con risarcimenti realmente erogati. A Monza è in corso il processo che vede coinvolti tre carrozzieri di Besana, accusati di aver preso parte al sistema di truffe insieme ad altri imputati. Secondo le contestazioni, gli incidenti non erano mai avvenuti, ma venivano avviate pratiche di risarcimento utilizzando polizze intestate a ignari clienti oppure a parenti e conoscenti degli imputati. I fatti risalgono al 2013 e, stando alla procura, sarebbero proseguiti fino al 2019. Nei giorni scorsi si è tenuta una nuova udienza del procedimento, nel quale UnipolSai si è costituita parte civile.
Besana, la presunta truffa sa 100mila euro per incidente inesistenti: carrozzieri a processo
Come figura centrale del meccanismo è stata individuata una dipendente di un’agenzia assicurativa di Vimodrone. Ha già definito la sua posizione patteggiando due anni e undici mesi di reclusione, mentre il titolare di un centro cristalli di Bresso ha patteggiato un anno e undici mesi. Entrambi hanno risarcito complessivamente 40mila euro alla compagnia. Ora davanti ai giudici ci sono alcuni loro parenti e presunti complici, tra cui i tre besanesi titolari della carrozzeria finita al centro dell’indagine. Per chiarire la portata del raggiro la compagnia aveva incaricato un investigatore privato, che avrebbe ricostruito il funzionamento del gruppo. Sarebbero state aperte numerose pratiche legate a piccoli sinistri.
L’impiegata dell’agenzia avrebbe avuto il compito di intercettare e far sparire le comunicazioni che UnipolSai inviava ai clienti sull’avvio delle procedure, così da evitare controlli. I carrozzieri, invece, avrebbero emesso fatture per sostituzioni di cristalli e interventi mai effettuati, ottenendo risarcimenti che poi sarebbero stati spartiti tra i componenti del gruppo.