Arcore, il caso Doneda è chiuso L’impianto di betonaggio non si fa

La parola fine su un impianto di betonaggio ad Arcore. Lo ha deciso la scorsa settimana il consiglio comunale, approvando la fine del procedimento partito anni fa con la richiesta da parte di Doneda di insediare a Bernate il bitumificio.
Arcore, una protesta contro l’impianto di betonaggio  Doneda a Bernate
Arcore, una protesta contro l’impianto di betonaggio Doneda a Bernate Spinolo Massimo - archivio

La parola fine su un impianto di betonaggio ad Arcore. Lo ha deciso la scorsa settimana il consiglio comunale, approvando la fine del procedimento partito anni fa con la richiesta da parte di Doneda di insediare a Bernate il bitumificio. Ora se anche qualche impresa subentrasse a Doneda con un’acquisizione, dovrebbe ricominciare da capo il procedimento, scontrandosi col Ptcp della Provincia e col Pgt del Comune.

Le ultime battute dell’intricata vicenda hanno ribaltato la situazione che, prima della scorsa estate, sembrava ancora grigia per Arcore. La sentenza del Tar sommata a quella del Consiglio di Stato, dava ragione all’impresa e il timore diffuso era che l’impianto sarebbe stato realizzato nonostante le proteste dei cittadini (3.500 firme raccolte) e le promesse elettorali.

L’ultima alzata di testa di Doneda è arrivata a settembre, con una lettera al municipio che minacciava battaglia. Luca Leone Doneda, legale rappresentante dell’impresa di Brembate, chiedeva formalmente che il consiglio comunale concludesse positivamente l’avviato procedimento e approvasse il progetto. Inoltre si riservava “in caso di ritardo oltre il termine di 15 giorni dalla ricezione della presente, di ricorrere al Tar Lombardia per l’ottemperanza e per il risarcimento di tutti gli ulteriori danni patiti e patiendi”. Una decina di righe agguerrite che arrivavano però in un momento in cui Doneda si trovava in regime di concordato preventivo.

A stretto giro, la risposta dell’amministrazione comunale chiedeva a Doneda di ottemperare a doveri, soprattutto economici, che sapeva benissimo di non poter sostenere: la firma di una convenzione con il versamento di oneri di urbanizzazione per 150mila euro. Nessuna risposta.

In consiglio comunale è arrivata la delibera che chiude il procedimento, approvata con la sola astensione del Pdl.