Apre la “Casa digitale” per facilitare l’accesso alla tecnologia

Aprono martedì 5 febbraio i due sportelli gratuiti per aiutare i residenti di Monza, Brugherio e Vedano al Lambro a districarsi tra le maglie della rete. Il nuovo progetto si chiama “Casa digitale”.
Monza Casa digitale
Monza Casa digitale

Due sportelli gratuiti per aiutare i residenti di Monza, Brugherio e Vedano al Lambro a districarsi tra le maglie della rete apriranno al pubblico a partire da martedì 5 febbraio: quello rivolto ai monzesi ha sede in piazza Carducci e quello destinato ai cittadini degli altri due comuni si trova al civico 11 di via Piave.

Il progetto, pilota e innovativo non solo per la provincia di Monza e Brianza ma anche per la regione, si chiama “Casa Digitale” e intende fornire competenze digitali ai cittadini, dall’uso delle app alla prenotazione di servizi online sui portali delle pubbliche amministrazioni. È stato presentato in comune, alla presenza dell’assessore all’Amministrazione digitale Annamaria Di Oreste, del sindaco di Brugherio Marco Troiano, del sindaco di Vedano al Lambro Renato Meregalli e dell’assessore all’Innovazione tecnologica Pietro Rossi.

Promotore dell’iniziativa, che subito raccolto il consenso delle tre amministrazioni, il 37enne monzese Federico Fratta, imprenditore nel campo digitale e presidente di Smart Nation, associazione di promozione sociale che si occupa di divulgazione digitale presente sul territorio dal 2016.

«La scommessa – ha spiegato Fratta – è quella di innovare il processo di alfabetizzazione digitale puntando alla risoluzione di un’esigenza contingente: intendiamo fornire assistenza frontale, uno a uno, trasferendo esclusivamente conoscenze da utilizzare nell’immediato. Lo scopo è quello di vincere la resistenza di chi non è abituato a vivere le opportunità offerte dal digitale».

Un luogo fisico, una casa, appunto, che intende avvicinare i cittadini al web per contrastare il “digital divide”, il divario digitale: «Stiamo lavorando per accelerare la trasformazione digitale dei servizi del comune – ha spiegato Di Oreste – i cittadini devono superare l’idea che certe pratiche debbano essere realizzate solo in determinati orari e in determinati uffici».

Soddisfatti anche gli altri amministratori, che hanno puntato l’accento sull’importanza della “facilitazione” e sulla necessità di realizzare finalmente il salto culturale dal cartaceo al digitale: secondo il Desi 2018 – Digital economy and society index – della commissione europea, che rileva i progressi compiuti dagli stati membri in termini di digitalizzazione, l’Italia si trova al 25esimo posto, sui 28 considerati. Esperienze simili a “Casa digitale” si incontrano in poche altre città: a Roma, ad esempio, dove esistono i “Punti Roma Facile” e a Genova, dove è attivo “Open Genova”.

L’iniziativa, gratuita per gli utenti, è a costo zero per le amministrazioni perché sostenuta da Fondazione Micron e dall’iniziativa privata. «Questo progetto di inclusione digitale rivolto a tutte le persone che per motivi anagrafici o culturali resistono alla tecnologia – ha aggiunto Fratta – intende allargarsi coinvolgendo altri comuni e anche il mondo dell’istruzione, attraverso l’attivazione di specifici progetti di alternanza scuola-lavoro, in modo da accorciare la distanza generazionale tra i più anziani e i nativi digitali».