«La legge è uguale per tutti e finalmente ha trionfato. La vittoria non è mia, ma dei cittadini di Seregno, che hanno rischiato di vedere depauperato un patrimonio costruito con sacrifici nell’arco di più di cento anni». Tiziano Mariani, capogruppo consiliare di Noi per Seregno, ha commentato così a caldo le decisioni del Tar della Regione Lombardia, in merito all’aggregazione tra Aeb ed A2A.
«Ora mi aspetto subito -ha continuato- le dimissioni della presidente di Aeb Loredana Bracchitta e dell’assessore alle Partecipate Giuseppe Borgonovo, mentre il sindaco Alberto Rossi, se vorrà continuare il suo mandato, dovrà avere l’umiltà di chiedere scusa alla città di Seregno. La magistratura poi chiarirà se, in questa vicenda, ci sono responsabilità da perseguire a livello penale o civile». L’affondo non si è fermato qui: «L’ordinanza blocca quelle operazioni in cui, per effetto di accordi sottobanco, si cedono quote di società pubbliche a soggetti individuati dall’accondiscendenza della politica ai poteri forti, in barba alla trasparenza. Ora i Comuni devono revocare le delibere ed individuare un piano industriale di sviluppo di Aeb, condiviso con il territorio e non negli uffici delle società quotate in borsa».
LEGGI La presa di posizione, sulla difensiva, delle due società
Opposto è stato il parere del sindaco Alberto Rossi: «I nostri legali stanno esaminando le ordinanze. Da un punto di vista tecnico-giuridico, siamo sorpresi per il tenore dei documenti, oltre che dagli esiti. Nelle prossime ore valuteremo le strategie processuali. Confermiamo la convinzione della validità della scelta del progetto strategico e della procedura adottata». La chiosa non ha celato l’amarezza: «Non ci nascondiamo che questo stop, che confidiamo possa essere di breve durata, potrebbe creare danni economici alla nostra azienda e spiace che questo arrivi in un momento storico dove invece è quanto mai necessario uno slancio verso la ripresa».
Marco Fumagalli, capogruppo del M5S Lombardia: «Questa partita era così importante che ad aiutarci sono anche intervenuti in giudizio due ex amministratori di municipalizzate venete che hanno subito la stessa angheria. Lì, addirittura, la Procura ha aperto un’indagine. Mi chiedo cosa debba accadere ancora in Brianza affinché la politica apra gli occhi intorno ai grandi interessi che ruotano intorno ai servizi pubblici locali. Sono milioni di euro sottratti al controllo dei cittadini. Dove la politica anziché perseguire il fine di rafforzare le aziende pubbliche le indebolisce e preferisce al pubblico il privato come accade a Monza dove anziché fare la società pubblica dei rifiuti si proroga di continuo un contratto viziato per corruzione. Così pochi privati si arricchiscono e ai cittadini tocca pagare le alte tasse per finanziare queste scellerate scelte politiche. A Monza si paga la tassa rifiuti più alta della Brianza a causa della corruzione e nessuno fa nulla per cambiare». E conclude: «A Seregno svendevano una società pubblica per farci risparmiare un centesimo al metro cubo sul gas metano. Non sono queste le scelte che deve fare una classe politica che invece deve avere lo scopo di battersi per l’interesse pubblico e dei suoi cittadini».