Aeb-A2a, Consiglio di Stato troppo veloce nel fissare l’udienza: «Garanzia di impunità elevata»

Sta facendo discutere la decisione del Consiglio di Stato di calendarizzare velocemente l’udienza in cui sarà discussa la possibile sospensiva delle sentenze del Tar sulle nozze tra Aeb e A2a.
La locandina sarcastica proposta dal pentastellato Fumagalli
La locandina sarcastica proposta dal pentastellato Fumagalli

Il Consiglio di stato ha fissato per giovedì 18 marzo l’udienza in cui sarà discussa la possibile sospensiva delle sentenze con le quali, il 15 febbraio, il Tar della Regione Lombardia aveva annullato la delibera del consiglio comunale di Seregno, che aveva dato mandato al sindaco Alberto Rossi di votare nell’assemblea dei soci di Aeb l’operazione di integrazione societaria con A2A. Ma la decisione ha prodotto l’immediata reazione di Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno nell’assise seregnese e firmatario di uno dei ricorsi accolti dal tribunale amministrativo, che ha presentato al presidente della sezione quinta Francesco Caringella istanza di ricalendarizzazione, poiché Aeb ha depositato il suo ricorso lunedì 8 marzo ed i termini per la discussione abbreviata prevedono che l’udienza debba avvenire non prima di dieci giorni, mentre in questo caso «vi sono solo nove giorni liberi per l’appellato ai fini della costituzione».

Tagliente il parere di Mariani: «Non solo l’operazione tra A2A ed Aeb è stata fatta senza il previo esperimento di una gara pubblica come stabilito dal Tar della Lombardia, ma l’arroganza del potere è tale che il Comune di Seregno nell’appellare ha richiesto al Consiglio di stato di sospendere d’urgenza la sentenza e, di risposta, il Consiglio di stato ha fissato la data dell’udienza dopo soli nove giorni. Peccato che la legge preveda almeno un lasso di tempo di dieci giorni tra la notifica del decreto e la fissazione dell’udienza. Ma evidentemente la fretta è tanta e la garanzia di impunità elevata. In un paese in cui la giustizia ha dei tempi biblici, per l’operazione tra A2A ed Aeb i tempi addirittura si riducono oltre il consentito. Ma forse si voleva dare un semplice segnale: qualcuno può disporre delle istituzioni e piegare le leggi al suo volere».

Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, sottoscrittore di un secondo ricorso, che ha visto la sua posizione stralciata dal Tar per carenza di legittimazione attiva, si è invece rivolto all’Antitrust: «Se l’Autorità non interviene, significa che nessuno tutela l’interesse pubblico e nemmeno coloro che rappresentano gli elettori possono efficacemente attuare azioni a contrasto dell’illegalità. Tutto questo mi porta a pensare che la democrazia, la legge e la sua applicazione sono subordinate agli interessi dei poteri forti e di quella parte politica che da questi poteri è sostenuta». Il sindaco di Seregno Alberto Rossi non ha dal canto suo voluto commentare la polemica.