Ancora un colpo di scena nel tormentato iter per l’integrazione societaria tra Aeb ed A2a. Nella seduta del consiglio comunale di Seregno di martedì 23 marzo, dedicata alla discussione della nota di aggiornamento al documento unico di programmazione ed al bilancio di previsione triennali, Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno, firmatario del ricorso per l’annullamento della delibera consiliare che, il 20 aprile dello scorso anno, aveva dato mandato al sindaco Alberto Rossi di votare nell’assemblea dei soci di Aeb il matrimonio con il colosso lombardo del settore, che il Tar della Regione Lombardia ha accolto il 15 febbraio, sentenza che il Consiglio di Stato di Roma non ha sospeso ad inizio settimana, rimandando una decisione definitiva all’udienza di merito di luglio, ha annunciato di aver ricevuto la due diligence dell’operazione ed ha chiesto il suo invio alla procura della Repubblica di Monza, che già si era mossa al riguardo prima di Natale, facendo acquisire dalla Guardia di finanza, nella sede di Aeb e negli uffici comunali, la documentazione inerente la procedura, nel contesto di un’indagine contro ignoti.
La sua istanza, che è seguita a quella di un intervento del collegio dei revisori dei conti nel merito dell’operazione stessa, per cui ci si è aggiornati alla seduta conclusiva di mercoledì 24 marzo, ha scatenato un fuoco di fila in aula, con il segretario comunale Alfredo Ricciardi che ha sottolineato che «se un pubblico ufficiale ha notizie di reato, deve procedere. Domando quali sono i reati che il consigliere Mariani sta intravvedendo e ad opera di chi, in modo da mettere in condizione l’amministrazione comunale e me di agire di conseguenza». Mariani, incalzato anche dalla capogruppo del Partito democratico Patrizia Bertocchi, ha quindi replicato di avere nella sua disponibilità la documentazione con il vincolo di riservatezza, «che però non mi impedisce di affermare che vi ho trovato ad una lettura sommaria circostanze preoccupanti. Quando sarà chiamato dal magistrato, risponderò. Intanto, per trasparenza, la due diligence sia inviata a tutti i consiglieri».
Ricciardi, in conclusione, ha spiegato di «non aver ricevuto comunicazioni di reato, per cui non c’è motivo di una trasmissione alla Procura della Repubblica. Se il consigliere lo farà anche in forma privata, mi muoverò immediatamente». Intanto, mercoledì 24 marzo, la sezione prima del Tar discuterà la domanda cautelare dell’istanza di ottemperanza della sentenza del 15 febbraio, presentata da Mariani.