Se invecchiare è un processo naturale e, a ben vedere, accade dal giorno in cui si nasce, diventare vecchi è tutt’altra questione: è più uno stato mentale che anagrafico. La precisazione – in sintesi: invecchiare è inevitabile e diventare vecchi non coincide per forza con l’età – potrebbe sembrare fine a sé stessa, ma non lo è: riguarda l’approccio con cui i monzesi e i brianzoli si trovano a fare i conti con un’età media sempre più alta. Perché, che vivano sempre più a lungo, è un dato di fatto.
Speranza di vita a Monza e in Brianza secondo l’Istat: tra uomini e donne distanza ridotta a meno di 4 anni
Secondo gli ultimi dati diffusi da Istat (l’anno di riferimento è il 2024), la speranza di vita alla nascita per i residenti della Brianza continua ad allungarsi (e allora, forse, tanto vale rivoluzionare la concezione di invecchiamento): si attesta oggi per gli uomini a 83,1 anni e per le donne a 86,5. Tra numeri e tabelle si individuano alcuni aspetti di rilievo: intanto che si sta riducendo la differenza tra la speranza di vita di fatto sempre più alta delle donne e quella mediamente più bassa degli uomini. Ventidue anni fa (la serie storica considerata parte dal 2002) lo scarto quasi raggiungeva i sei anni (poco meno: 5,7), mentre nel 2024 si è ristretto a 3,4. In altre parole: nei primi anni Duemila la speranza di vita alla nascita per un brianzolo era di 77,9 anni, ed era invece pari a 83,7 quella delle donne.
Speranza di vita a Monza e in Brianza: ventidue anni fa quasi sei anni in meno
L’altra considerazione è questa: nella due decadi (e poco) più analizzate, i senior hanno decisamente guadagnato terreno, perché la loro speranza di vita si è allungata di 5,7 anni – vale a dire: ventidue anni fa avrebbero potuto vivere (quasi) sei anni in meno. Un incremento si è registrato anche per le signore, ma più sostenuto – del resto, partivano già in vantaggio: sono riuscite a strappare all’eterna nemica quasi altri tre anni (2,9). I grafici mostrano anno per anno un andamento costantemente in crescita, con una sola eccezione – una sola battuta d’arresto: quella registrata nel 2020 a causa della pandemia, che ha portato a 80,4, da 82 che era nel 2019, la speranza di vita gli uomini e a 84,8, da 86,4, quella per le donne. Allargando lo sguardo al resto della regione e d’Italia, i brianzoli (sempre secondo dati Istat 2024), con una speranza di vita media (complessiva tra maschi e femmine) di 84,8 si presentano come i decani non solo della Lombardia, ma anche di quasi tutto lo Stivale: per loro medaglia di bronzo nazionale, dopo Treviso (84,9) e Lecco (84,8). Seguono Firenze, Verona, Bolzano e Trento quasi a pari merito (84,7 e pochi centesimi di differenza).