Seregno, due scuole camminano insieme per dire no alla violenza contro le donne

La terza camminata in rosso, promossa dall'associazione Senza Veli Sulla Lingua, con l'istituto Levi, ha visto la partecipazione della secondaria Manzoni e del prefetto Roccatagliata
Seregno 2025 camminata in rosso
L’intervento in piazza martiri della libertà di Massimo Viganò, dirigente dell’istituto Levi

Due scuole insieme, accompagnate dalle istituzioni del territorio, per dire no alla violenza contro le donne. È stato questo lunedì 24 novembre il significato della terza edizione della camminata in rosso, promossa a Seregno dall’associazione Senza Veli Sulla Lingua, con la collaborazione dell’istituto Levi, che in mattinata ha visto un lungo serpentone di studenti dello stesso istituto Levi e della secondaria di primo grado Manzoni, tutti con indosso qualcosa di rosso, colore simbolo della lotta per debellare la piaga sociale della violenza di genere, attraversare a piedi la città, partendo dall’angolo tra le vie Verdi e Correnti, per approdare infine alla piazza martiri della libertà, di fronte al palazzo Landriani-Caponaghi, sede di rappresentanza del comune di Seregno, sul balcone del quale era esposto lo striscione “No more violence” (mai più violenza). All’evento, alla vigilia della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, hanno partecipato il prefetto Enrico Roccatagliata, la consigliera provinciale Elisabetta Viganò, il sindaco Alberto Rossi, con alcuni assessori, rappresentanti dei carabinieri e della Polizia locale, oltre a Massimo Viganò e Francesco Digitalino, dirigenti rispettivamente dell’istituto Levi e del comprensivo Moro, che comprende la Manzoni, nonché Ebla Ahmed, presidente dell’associazione Senza Veli Sulla Lingua.

Violenza di genere: gli interventi delle autorità presenti

Seregno 2025 camminata in rosso
Gli studenti della scuola Manzoni in piazza

Nel suo intervento in piazza martiri della libertà, il prefetto Roccatagliata ha richiamato il dramma della violenza domestica, «aspetto che sembra quasi una contraddizione di termini, poiché domestico è un aggettivo che rimanda all’amore e dall’altro lato abbiamo la violenza nelle relazioni più care ed intime». Roccatagliata ha quindi aggiunto: «Il problema è di natura culturale e nasce dal nostro modo di vivere le relazioni, che va basato sull’uguaglianza». Per parte sua, il sindaco Alberto Rossi ha spiegato: «Quella di oggi è una giornata soprattutto per gli uomini, in cui va rilanciato che l’amore non è mai possesso e, se lo è, non è amore. Un no non scalfisce l’identità. In tanti casi, ci si può salvare se non c’è indifferenza. Il rossetto sulla guancia ci invita a non essere indifferenti». Ebla Ahmed ha invece sottolineato come «l’età media delle vittime si è abbassata. La vittima più giovane aveva addirittura solo 13 anni. Voi ragazzi siete il bello della nostra società. Scandiamo insieme “No more silence”». Sempre rivolta ai giovani in piazza, l’assessore alla Cultura Federica Perelli ha veicolato un input: «Provate ad esercitare l’arte della condivisione e non innalzate muri sempre più difficili da abbattere». Il dirigente del Levi Massimo Viganò ha al contrario evidenziato che «le parole a volte sono armi. Servono parole non violente. Oggi voi dimostrate di fare azioni visibili a tutti. Senza azioni, non dimostriamo niente a nessuno. Noi siamo le azioni che faremo». In chiusura, prima delle riflessioni proposte da alcune studentesse, il dirigente del comprensivo Moro Francesco Digitalino ha chiosato: «Noi siamo partecipi, non ospiti della manifestazione. L’inasprimento delle pene non è servito. Occorre un approccio diverso, culturale. Siamo pronti a fare la nostra parte in futuro».

L'autore

Seregnese, classe 1973, lavoro a “Il Cittadino di Monza e Brianza” dal 1998 e mi occupo dei paesi della Brianza Nord. Presidente del Circolo culturale San Giuseppe di Seregno tra il 2013 ed il 2019, ho curato in prima persona o partecipato alla stesura di più di una ventina di pubblicazioni, tutte riguardanti storie o personaggi della città in cui sono cresciuto e vivo.