Monza, la Biennale giovani 2025: prospettive dell’arte tra accademie e Isia

Accademie e Isia da tutta Italia per la nuova edizione della mostra che contribuisce ad arricchire le collezioni civiche. Dal 14 novembre alla Villa reale.
Daria Miva, Democrazia, 2025
Daria Miva, Democrazia, 2025

Ci sono due grossi cartoni sovrapposti, scocciati con del nastro da pacco, dei buchi qua e là: sembrano comporre forse una figura, un cane, un animale, sono smiruti. E si chiamano “Democrazia”. Fino a qui tutto bene, diceva l’uomo che precipitava da un palazzo all’inizio di “L’odio” di Mathieu Kassovitz, il film francese del 1995.

E dopo? Dopo forse ce lo diranno le fessure nel cartone, nel destino di quell’enorme scatolone doppio che contiene la fragilità del sistema democratico in tutto il mondo. Sarebbe già importante così: ma poi a leggere le didascalie si legge che è un’opera di Daria Miva, nata a Mosca nel 1993, studentessa dell’Accademia di Belle arti di Milano, cioè Brera. Legno, cartone, luce Led, fotografia stampata su metallo, colori acrilici, 3 metri per 3 per 2. Che cosa c’è lì dentro da raccontarci tanto dai giorni che viviamo? Molto di più di quanto forse non sembri. Eppure sembra un pacco mal consegnato di un corriere, di certo ferito, forse con qualcosa da raccontare oltre il marrone stinto che invade la stanza.

Monza, la Biennale giovani 2025: le accademie e gli Isia presenti

Occorre partire da qui, per spiegare la Biennale giovani 2025, il premio d’arte di Monza che contribuisce ad arricchire le collezioni civiche della città e che prenderà casa a partire dalla prossima settimana negli spazi del Belvedere della Villa reale di Monza.

Dalla sua rinascita, il premio ha un obiettivo: leggere lo “stato dell’arte” dell’Italia nelle vene delle nuove generazioni, i giovanissimi che si affacciano al mondo dell’arte, per capire, interpretare, leggere le traiettorie dell’arte delle nuove generazioni, cioè quelle che ne faranno l’algoritmo, digitale o meno, nei prossimi anni. Anche quest’anno il direttore d’orchestra, il direttore d’orchestra, è il curatore scientifico Daniele Astrologo Abadal, al quale il comitato della Biennale, di cui il Cittadino è media partner, ha affidato il compito di guidare la mostra-premio: hanno aderito alla proposta otto accademie di Belle arti e due Isia, gli Istituti superiori per le industrie artistiche, nel segno dell’Isia di Monza, che – pioniera – ha abitato gli spazi della Reggia: sono le accademie di Bologna, la Laba di Brescia, di Catania, quella di Firenze e la Lugustica di Genova, Brera e l’Albertina di Torino, quella di Venezia, gli Isia di Faenza e di Firenze.

Monza, la Biennale giovani 2025: leggere il suo dna

Da loro arrivano le opere di poco meno di cinquanta artisti e designer che compongono dal 14 novembre alla prima settimana di gennaio la Biennale d’arte di Monza, promossa dal Comune di Monza e dal Rotary club Monza, cui spetta il merito di avere resuscitato il premio d’arte della città: “La manifestazione si conferma come uno degli appuntamenti artistici di maggior rilevanza per la città e il territorio – scrive la presentazione – Partecipano dieci fra le più rinomate accademie di Belle arti, rappresentate ciascuna da tre giovani talenti. Fra esse si contano anche due Isia, Istituti per le industrie artistiche, che vedono invece il coinvolgimento di più artisti, in linea con la caratteristica di laboratorio collettivo. Le parole d’ordine per accedere alla mostra sono molteplici, fra cui apertura, multidisciplinarità, contaminazione e innovazione. Non ci sono barriere linguistiche o suddivisioni in compartimenti stagni, al contrario, domina la volontà di accogliere ogni forma d’arte capace di parlare con autenticità, superando i confini che separano i generi”.

Monza, la Biennale giovani 2025: dalla mostra alle collezioni civiche

La bussola da tenere in mano è ancora una volta: cercare di leggere le traiettorie dell’arte italiana nel contesto internazionale, cercando di capire a quali temi, quali media, quali tecniche i giovanissimi artisti affidano le loro opere, che sono – come sempre – un esercizio di lettura del presente. È l’undicesima edizione della Biennale, dopo il rilancio voluto dal Rotary e oggi affidato a un comitato diretto dall’amministrazione comunale: le opere vincitrici entreranno di diritto nelle collezioni civiche della città che conta, come in passato, di mettere nei caveau tesori che sapranno dire al futuro che Monza ha avuto le parabole aperte per sapere interpretare, attraverso gli occhi dei giovani artisti, da dove muove la nuova scena artistica nazionale e non solo.

La mostra rimane aperta per due mesi: visitabile con il biglietto di ingresso alla Reggia a 10 euro (ridotto 8) il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 16 (ultimo ingresso 15) e sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso 17.30).

L'autore

Libri, arte, gatti e sì, tanta (spesso troppa) cucina. Non solo quella redazionale. Tutto il resto è cronaca. Giornalista professionista, redattore, alla soglia dei trent’anni di Cittadino, ma solo perché ho iniziato giovanissimo. Con più di 125 anni di storia di Monza e Brianza da tramandare.