Tasso di disoccupazione in aumento nella provincia di Monza. La percentuale delle persone con più di 15 anni di età in cerca di lavoro riferita al 2024 è del 3,3% contro il 2,9% del 2023. Molto più alta era nel periodo post Covid: 6,6% nel 2021 e 4,3% nel 2022. Ma anche subito prima della pandemia il dato non era dei migliori: 6,9% nel 2019.
Dal boom al boomerang a Monza e Brianza: l’analisi della Cisl
«Oggi, apparentemente, il dato occupazionale può sembrare confortante ma esistono anche segnali d’allarme – sottolinea Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Mb Lecco – Ad esempio il segno meno negli ingressi previsti nel mondo del lavoro brianzolo sia su base mensile, rispetto al settembre 2024, sia rispetto al trimestre settembre-novembre 2024. Se si va più a fondo risulta anche che gli ingressi stabili sono solo il 29%, con un 71% invece a tempo determinato o con contratti di durata predefinita. Ma al di là del dato occupazionale in sé, la questione centrale è legata ai salari che non reggono da tempo l’erosione indotta dagli effetti inflattivi».
Per Scaccabarozzi si rende necessario «chiudere i tavoli contrattuali sia sul piano nazionale che su quello territoriale con i contratti di secondo livello. Rispetto al dato del disallineamento tra le richieste dei profili professionali e l’offerta di lavoro, diviene tema altrettanto centrale quello della formazione, non misconoscendo, peraltro, che il restringimento delle corti demografiche costituisce il verso della medaglia. Detto diversamente è necessaria una formazione più aderente alle istanze del mercato – e pensiamo soprattutto alla sfida delle Its Academy, quindi a una formazione terziaria non accademica – e politiche conciliative a sostegno della genitorialità».
Dal boom al boomerang a Monza e Brianza: la lettura della Cgil
Non parla di dati allarmanti Simone Cereda della segreteria confederale Cgil Mb ma invita a riflettere sulla qualità del lavoro. «Stiamo lavorando, si, ma come? I dati Istat segnalano che il valore reale dei salari è diminuito del 9% -sottolinea- ciò significa che nemmeno i contratti rinnovati ultimamente hanno tenuto il passo dell’inflazione e del drenaggio fiscale». Esaminando le ultime tendenze, Cereda rivela che nel primo trimestre 2025 in Brianza si è verificata una riduzione degli avviamenti e delle cessazioni oltre a un aumento delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato, ma tutto ciò è stato accompagnato da una diminuzione significativa -6,6%, contro il -2,1% regionale, dei contratti a tempo indeterminato. Le anticipazioni del secondo trimestre non sembrano positive: confermano la riduzione degli avviamenti e delle cessazioni insieme alla diminuzione delle trasformazioni. Il nostro è un mercato del lavoro caratterizzato da una scarsa mobilità».
Dal boom al boomerang a Monza e Brianza: che cosa dice la Uil
Osserva Giancarlo Pagani, coordinatore territoriale Uil Mb: «Il nostro territorio ha indubbiamente tenuto meglio rispetto ad altri. Rispetto al 2019 gli occupati sono cresciuti del 4,6%, ma questi dati spesso nascondono il fenomeno del lavoro povero. Un’altra situazione che ci preoccupa è l’aumento delle ore di cassa integrazione che nel 2024 da noi sono aumentate dell’11,3% rispetto al 2023. Non vorremmo che l’impiego della cassa integrazione si trasformi da strumento emergenziale in una situazione strutturale per attenuare crisi aziendali. Servono azioni sindacali coordinate per cercare di ottenere investimenti sul lavoro che favoriscano impieghi stabili e valorizzazione delle competenze».