C’è del nuovo in Api., l’Associazione Piccole e Medie Industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo. Per la prima volta in 79 anni, infatti, una donna guiderà questa struttura formata da 2mila imprese con oltre 40mila addetti: 400 di queste aziende hanno sede in provincia di Monza. A sostituire Alberto Fiammenghi è Luciana Ciceri, eletta per il triennio 2025-2028. La neo presidente è consigliera di amministrazione dell’azienda Ciceri de Mondel Srl – Gruppo MAIP, fondata dal bisnonno nel 1917. Dell’azienda, che ha sede a Ozzero, è stata amministratrice unica.
«L’azienda – precisa Api – ha dimostrato capacità di adattamento e innovazione, evolvendosi, in oltre un secolo, attraverso profonde trasformazioni produttive: dalla realizzazione di medaglie in leghe metalliche alla produzione di cornici termoformate e, da oltre quaranta anni, di lastre in materiali plastici. Attiva in A.P.I. sin dal 2013, Ciceri ha legato gli impegni aziendali a quelli associativi ricoprendo nel tempo gli incarichi di componente del Comitato del distretto sud ovest Milano, consigliera, componente di giunta e vice presidente».
Rivoluzione in Api: per la prima volta in 79 anni la presidente è donna, le parole di Luciana Ciceri
«Sento una forte emozione – riconosce la neoeletta – come prima donna presidente nella storia alla guida di A.P.I.: un fatto simbolico, certo, ma molto concreto. Perché la diversità è una risorsa e le visioni complementari sono fondamentali per costruire insieme un futuro migliore. Nel prossimo triennio, A.P.I. metterà in campo numerose iniziative per sostenere e valorizzare il ruolo delle PMI manifatturiere lombarde. Questi temi si tradurranno in progetti concreti: supporto alla transizione digitale e green, ricerca di personale qualificato, internazionalizzazione, formazione, strumenti per l’efficienza operativa e lo sviluppo di competenze manageriali e imprenditoriali. Dobbiamo promuovere un dialogo a tutti i livelli, lo faremo anche attraverso la forte rappresentanza di Confartigianato Imprese, lavorando con impegno su temi cruciali: riduzione del costo del lavoro, semplificazione burocratica, incentivi per la competitività del manifatturiero, accesso al credito, mismatch tra domanda e offerta di lavoro, costo di energia, trasporti e materie prime».