La Peg Perego di Arcore annuncia 90 licenziamenti tra i lavoratori. È la (pessima) notizia emersa dall’incontro fra la direzione aziendale, i sindacati, la rsu interna e Confindustria Lecco Sondrio (cui Peg è associata nonostante sia di sede arcorese), nella giornata di martedì 3 giugno: il taglio di posti di lavoro – su un totale di 236 dipendenti, quindi oltre un terzo del totale – scatterà dopo il 30 settembre, al termine dell’ammortizzatore sociale oggi in corso, scrivono Cisl e Cgil.
Secondo quanto riferito, l’azienda ha segnalato un calo del 15% delle vendite nei primi cinque mesi dell’anno dopo una chiusura negativa di tutto il 2024, riconducendo le cause da un lato ai dazi imposti sul mercato statunintense, dall’altro l’aumento della concorrenza di prodotti di origine cinese. “L’azienda pertanto ha dichiarato la necessità di una riduzione dei costi che comporterà il taglio di ulteriori 90 posti di lavoro su 236 addetti, alla fine dell’ammortizzatore sociale”, scrivono i sindacati annunciando la mobilitazione dei lavoratori.
Arcore, licenziamenti alla Peg Perego: “Pagano scelte sbagliate dell’azienda”
Le assemblee aziendali organizzate dai lavoratori mercoledì 4 giugno hanno avuto come esito la proclamazione dello stato di agitazione e una serie di iniziative che verranno adottate a partire da questo mese. “Ancora una volta saranno le lavoratrici ed i lavoratori a pagare le scelte sbagliate dell’azienda – scrivono i segretari generali di Fim e Fiom, Gloriana Fontana e Adriana Geppert -. La richiesta in questi anni di diversificazione del prodotto a salvaguardia dell’occupazione e del futuro industriale di Peg Perego è rimasta inascoltata ed oggi ci troviamo con un mercato fermo a causa della bassa natalità e della forte concorrenza e senza ammortizzatori sociali. Le organizzazione sindacali e le Rsu non accettano i licenziamenti annunciati e chiedono all’azienda l’apertura di un tavolo di confronto finalizzato alla ricerca di soluzioni alternative ai licenziamenti“. I rappresentanti dei sindacati si rivolgono anche alle istituzioni e alle forze politiche di attivarsi “per la salvaguardia di una presenza industriale Made in Italy importante sul nostro territorio e per la salvaguardia dei posti di lavoro”.