Seregno, tragedia in montagna: addio al 28enne Francesco Gervasoni

Il giovane è stato vittima di una caduta, mentre stata praticando scialpinismo sul versante orientale del Canalone Marinelli. I soccorsi, subito allertati, sono stati inutili
I soccorsi sono stati purtroppo inutili

Un’altra tragedia in montagna è costata la vita ad un brianzolo. Dopo la cesanese Giorgia Rota, vittima è stato questa volta il seregnese Francesco Gervasoni, 28 anni, residente a Santa Valeria, componente di una famiglia moto conosciuta e stimata in città, che è incorso in un incidente fatale venerdì 23 maggio, mentre sul Monte Rosa stava praticando scialpinismo in una comitiva composta da altre cinque persone, provenienti dalla Valsesia, dal milanese e dal varesino. La notizia è diventata di dominio pubblico in città nella giornata di sabato 24 maggio, contribuendo a rattristare i tanti amici del giovane, che tra l’altro aveva perso da bambino la madre, piegata a 43 anni nel 2006 da un male incurabile.

Tragedia: la ricostruzione dell’accaduto

Secondo quel che è stato possibile ricostruire, Gervasoni è caduto per circa mezzo chilometro nella discesa dalla Capanna Margherita, a quota 4mila 500 metri sul livello del mare, lungo il versante orientale del canalone Marinelli. Un’impresa sportiva non semplice, tanto che il gruppo aveva voluto il supporto di una guida. L’allarme è stato dato dai compagni di discesa ed ha richiesto l’intervento di un elisoccorso, alzatosi in volo da Borgosesia, nel vercellese, con personale esperto del Cnsas (corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico). Nella fase di ricerca, è intervenuto anche il soccorso alpino della guardia di finanza. Il corpo è stato alla fine individuato a 2mila 900 metri, ma ormai per il seregnese non c’era più nulla da fare. La salma è stata posta a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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