«La mia solidarietà va alla persona vittima di quello che è accaduto ed alla sua famiglia, ma anche alle due società coinvolte. So benissimo che, quando si porta avanti un’attività a titolo di volontariato, episodi di questa portata finiscono con il moltiplicare le fatiche». Massimo Achini, presidente milanese del Csi, il centro sportivo italiano, cui sono iscritte sia la Polisportiva San Giovanni Paolo II di Seregno sia il Lions San Carlo Muggiò, comincia così la sua analisi della rissa verificatasi all’oratorio Sant’Ambrogio domenica 18 giugno, che si è guadagnata la ribalta delle cronache nazionali. «Andrò a trovare il ferito -continua-. Mi sono già mosso con la sua società, chiedendo che l’incontro avvenga nei modi e nei tempi dovuti. Come Csi, lo premieremo: non perché ha ricevuto un calcio, ma perché, intervenendo come paciere, ha svolto fino in fondo il suo compito di dirigente».
Csi Milano: la delicatezza del contesto sociale
Lo spazio poi se lo prende un approfondimento a trecentosessanta gradi: «Dobbiamo ammettere che conviviamo con una situazione in cui le tensioni sui campi sono in crescita. Ciò di cui è stato teatro l’oratorio Sant’Ambrogio non deve perciò sorprendere. Siamo in un contesto sociale complicato dal punto di vista educativo, anche per le conseguenze sui nostri ragazzi dell’isolamento cui ci ha costretti la pandemia. Il primo step da affrontare è tuttavia evitare la prospettiva di tenere solo i buoni ed i belli, allontanando chi crea problemi. Così non faremmo una vera educazione. Dobbiamo al contrario sporcarci le mani, sapendo che oggi stare con la gente è più difficile ed impegnativo rispetto a prima».
Csi Milano: la formazione dei dirigenti una necessità
Il focus quindi non si arresta: «C’è comunque la consapevolezza che responsabili delle tensioni siano più gli adulti, dirigenti ed allenatori, dei ragazzi. Lo prova il fatto che il numero delle loro squalifiche sia superiore a quello degli atleti. Puntiamo e punteremo molto sulla formazione. Spesso, quando gli si chiede di partecipare ad un corso di formazione, un papà che si presta come dirigente della squadra del figlio magari sbuffa. Ma è necessario che lo faccia. In questo frangente storico più che mai. E poi, da settembre, proporremo il “GironPizza”. Quando usciranno i calendari dei campionati, i dirigenti ed i tecnici delle squadre inserite nello stesso girone andranno a mangiare una pizza insieme. Questo servirà per familiarizzare e, pensiamo, possa essere un antidoto per circoscrivere i casi di conflittualità, che nascono quando non ci si conosce. Alle partite si scenderà in campo per vincere, ma lo si farà confrontandosi con un amico».
Csi Milano: inqualificabile il comportamento dell’aggressore
La chiosa rimanda all’aggressore: «Cosa gli direi se me lo trovassi davanti? Non lo so. Come Csi, lavoriamo molto con il Beccaria e sappiamo che, quando una persona sbaglia, occorra avviare un percorso riabilitativo. Ma trovo inqualificabile il suo comportamento: il calcio, prima di tutto, ma anche il fatto che, appresa la gravità delle sue conseguenze, non si sia autodenunciato, ma abbia aspettato che fossero i carabinieri ad individuarlo».