Il 13 settembre del 2022 Raffaele Palladino diventava il nuovo allenatore del Monza. A quell’epoca rilevava la squadra da Giovanni Stroppa, l’eroe della promozione, con un punto in classifica dopo sei giornate. La domenica successiva sarebbe arrivata allo U-Power Stadium la Juventus. Tutti pensavano che sarebbe stato un inizio in salita, che la vera partenza di Palladino era programmata per la settimana successiva con la Sampdoria, e invece il tecnico di Mugnano ha colto l’occasione alla stragrande, ha caricato il gruppo come mai si era visto ed ha strappato i primi tre storici punti della storia in Serie A con un gol di Gytkjaer. Basterebbe questo per appioppargli l’abusato titolo di predestinato, ma per una volta calza più che perfettamente.
Monza, il predestinato Palladino sul rinnovo prende tempo
Perché essere promosso dalla Primavera, senza nessuna esperienza a livello senior, nella società di Berlusconi e Galliani, una società che non aveva mai giocato una gara di Serie A sino al 13 agosto, in una squadra che aveva perso cinque delle precedenti sei partite, e battere la Juventus è da grandi allenatori, ma poi fare 40 punti complessivi nelle successive 25 giornate è da veri predestinati. Oggi il Monza è quota 41, 13esimo in classifica, virtualmente salvo, aritmeticamente in serena attesa di tagliare il traguardo.
Palladino, Berlusconi e Galliani attendono solo la matematica salvezza
Oggi si attende il suo rinnovo, perché di fatto al momento sta allenando con il contratto della Primavera che era stato siglato per una singola stagione la scorsa estate. Ad inizio aprile in un’intervista alla Gazzetta dello Sport il presidente Berlusconi aveva detto che non ci sarebbero stati problemi ma se ne sarebbe parlato una volta raggiunta matematicamente la salvezza. Qualche giorno fa a margine di un evento al Dal Verme anche Galliani ha dato conferme: «Palladino resterà al Monza. Non è in discussione, ci sarà anche l’anno prossimo sicuramente. Solo per scaramanzia non abbiamo firmato, la colpa è la mia, sto aspettando l’aritmetica. Ci siamo dati la mano, lui resterà».
Palladino rinvia a fine campionato, tante big alla finestra
Una stretta che vale moltissimo a questi livelli, con questi personaggi, ma nelle ultime ore il tecnico ha nicchiato sulla questione. Dopo la vittoria con la Fiorentina, a domanda diretta sul rinnovo ha risposto: «Non è il momento di pensarci ora, sto bene al Monza, poi alla fine del campionato ne parleremo». Spostando così l’oriente temporale un po’ più in là, dalla salvezza aritmetica alla fine del torneo. Sul piatto ci sarebbe un biennale con sostanzioso aumento dello stipendio, due anni in cui l’allenatore potrebbe perfezionare la sua crescita. Ma alla finestra ora ci sono tante squadre: piace alla Fiorentina qualora Italiano non restasse e all’Atalanta se dopo sette anni Gasperini dovesse lasciare la panchina orobica. Infine la Juventus, per la quale Palladino ha sicuramente un debole, ma sarebbe anche la piazza più rischiosa. La sensazione, tuttavia, è che le parti siano determinate a chiudere l’accordo