Presidio dei sindacati ad ArcoreCgil, Cisl e Uil a villa San Martino

Presidio dei sindacati ad ArcoreCgil, Cisl e Uil a villa San Martino

Arcore – A pochi metri da Villa San Martino sventolano le bandiere di Cgil, Cisl e Uil. Arcore scelta come luogo simbolo per lanciare un segnale forte alle istituzioni e ai cittadini: contro la crisi economica servono nuove e più efficaci misure, l’attenzione di tutti deve restare alta. Il presidio, organizzato questa mattina in largo Vela dai tre sindacati brianzoli, vuole essere il primo atto di una serie di iniziative per denunciare le difficoltà di aziende e lavoratori, proseguire e intensificare il dialogo con gli enti locali e le associazioni di settore, sollecitare il governo perché affronti la crisi con nuovi interventi di sostegno.

«I lavoratori non devono sentirsi soli – spiega Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl – occorrono misure per tenere i dipendenti in fabbrica, come i contratti di solidarietà; il lavoro che c’è deve essere meglio distribuito. Le stesse modalità della cassa integrazione vanno migliorate e servono nuove proposte anche per il dopo crisi. Intanto, occorrono alleanze trasversali, con imprese e istituzioni ed è anche per questo che oggi siamo qua, per dare un segnale forte alla nuova provincia».

Un primo passo è stato fatto con la firma dell’accordo con Regione Lombardia per gli ammortizzatori in deroga, anche se si attende un nuovo impegno perché la misura venga estesa anche alla categoria dei contratti a progetto. «È un intervento congiunturale – commenta un altro sindacalista – ma importantissimo perché coinvolge ad esempio anche le cooperative. Bisogna continuare la discussione sul patto territoriale per riuscire a impostare un nuovo tessuto imprenditoriale e sindacale che dia fiducia ai lavoratori e a tutti i cittadini». Contratti di solidarietà, sostegno al welfare locale, investimenti sull’innovazione e la ricerca, a partire dalle tecnologie per il risparmio energetico. Sono alcune delle proposte per affrontare la recessione in Brianza, lanciate dai sindacati e approfondite dagli interventi degli ospiti del presidio.

Sul palco, a raccontare la crisi, cause, dati, prospettive, il giornalista Andrea di Stefano, l’economista Alberto Berrini e il segretario generale di Cisl, Marco Viganò. Intorno, qualche centinaio di persone, a rappresentare i settori e le aziende brianzole più duramente colpite. Come Pietro Burgarello, segretario generale di Fillea Brianza: legno ed edilizia. «Spero di sbagliarmi – dice – ma la vera crisi deve ancora arrivare. Molte nuove aziende si aggiungono all’elenco di chi chiede la cassa integrazione e alcune sono arrivate a proporre la mobilità. Noi rimproveriamo il silenzio delle associazioni industriali, che non trovano il coraggio di dire le cose come stanno. Serve un fronte comune, aziende, enti locali, cittadini, serve coraggio».

In piazza, ci sono anche i pensionati: «Il problema riguarda anche noi, va a colpire l’intero nucleo famigliare e se un figlio è precario, o in cassa integrazione, o in mobilità, come possiamo aiutarlo con un reddito così scarso?». Oggi sono 564 le aziende brianzole che stanno affrontando una situazione di crisi, secondo i dati raccolti alla fine di maggio. Di queste, 340 appartengono al settore meccanico. I lavoratori per cui è stato avviato un provvedimento di cassa integrazione ordinaria sono 15389. Per altri 3231, la straordinaria, numero che comprende anche gli interessati da ammortizzatori in deroga.
Letizia Rossi