Monza, niente alcol sotto i 16 anniPrima in Italia a applicare divieto

Monza, niente alcol sotto i 16 anniPrima in Italia a applicare divieto

Monza – Vietato mandare il figlio adolescente al supermercato a comperare vino o birra. Vietato ai minori di 16 anni chiedere una birretta per accompagnare la pizza dopo il cinema. Vietato tentare di aggirare vincoli e norme cercando di acquistare gli alcolici dal droghiere. E’ Monza il primo Comune italiano a introdurre il divieto di vendita di alcolici ai minori di 16 anni, inasprendo l’articolo 689 del Codice Penale che ne vieta già la somministrazione.

L’ordinanza firmata, in virtù del decreto Legge Maroni, dal sindaco di centrodestra Marco Mariani entrerà in vigore dal primo luglio e in pratica renderà impossibile, o realisticamente solo più complicato, per un minore di 16 anni acquistare alcolici in un locale come in un supermercato.

Dopo le sigarette, i genitori non potranno dunque più mandare il figlio nemmeno a comprargli la birra nel bar sotto casa, e gli studenti della prima superiore che festeggiano alla fine dell’anno la promozione con la pizzata dovranno limitarsi a sorseggiare le note bevande analcoliche gassate. Ma non solo, esercenti e impiegati dei supermercati avranno il diritto-dovere di chiedere i documenti ai giovanissimi che vogliono acquistare alcolici. Perché se il commerciante non applica il divieto rischia di incappare in una sanzione fino a 500 euro, che la Giunta, nei prossimi giorni, porterà a 400.

L’assessore leghista alla Sicurezza Massimiliano Romeo, che insieme con il suo collega del Pdl alle Attività produttive Paolo Gargantini, ha ideato l’ordinanza, spiega ad Apcom che l’Amministrazione "vuole dare un segnale educativo, in un Paese che ha il non invidiabile primato di precocità all’iniziazione all’alcol, perché i giovani sono i consumatori di domani e se li educhiamo oggi diminuiremo gli effetti negativi nella società futura".

Ma cosa succede di tanto grave nel capoluogo brianzolo, 120mila anime e una discreta ricchezza diffusa, da suggerire un giro di vite nei confronti dei giovanissimi? "Qui sono 5.329 i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni, cioè nella fascia indicata dall’Istat come quella più a rischio con uno su cinque che beve alcol" premette Romeo, che spiega poi come "l’alcol, oltre ai danni sulla salute, induce comportamenti aggressivi e a Monza abbiamo il fenomeno dei ragazzini che comprano alcolici nei bar o nei supermercati per poi andare a consumarli nei giardini pubblici o nelle piazze dove creano disagi e turbano la quiete pubblica abbandonandosi a schiamazzi, danneggiamenti e vandalismi".

Dunque contro l’escamotage di rifornirsi di alcolici negli scaffali del supermercato per aggirare il divieto di consumo, risparmiando sulla paghetta e magari scolandoselo sdraiati sul pratone di un giardinetto, scatterà un’altra misura della filosofia politica della tolleranza zero varata dal centrodestra e che ha già colpito nomadi e prostitute. E per rendere effettivo il divieto, Romeo spiega che "l’Unione del Commercio, con cui abbiamo lavorato molto, ha sposato quest’iniziativa e ci aiuterà a fare rispettare l’ordinanza".

Ora c’è da scommettere che molti Comuni, soprattutto governati dal centrodestra, copieranno l’ordinanza monzese, sulla cui applicazione vigilerà la polizia municipale, quella "quarta forza di polizia" (come la definisce il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, precursore delle politiche securitarie) sempre più attiva e protagonista nelle città del Nord Italia.
Apcom