Cesano – La legionella torna a far paura e questa volta colpisce al cuore della politica. Giuseppe Ruzza, 80 anni, benzinaio in pensione residente a Cascina Gaeta, padre dell’ex consigliere comunale di “Alleanze civiche” Fabrizio Ruzza, è deceduto un mese fa, dopo aver contratto il batterio della legionella. I sintomi? Una febbre altissima da subito.
Il decesso – La notizia si è saputa solamente nei giorni scorsi. In seguito alle complicazioni dovute dall’infezione, era stato ricoverato all’ospedale di Desio. Trasferito in rianimazione era guarito. Purtroppo la situazione era precipitata nei giorni successivi, vuoi per l’età e vuoi anche per la debilitazione fisica. Tornato ancora in rianimazione, alla fine, nelle ultime battute di maggio era morto.
Le analisi – Come da prassi, nei giorni successivi alla scoperta del batterio, la Asl era entrata nell’abitazione di Giuseppe Ruzza in via Monte San Primo a Cascina Gaeta. Dalle analisi effettuate, la legionella non era stata trovata nell’impianto idrico domestico. Viene allora da chiedersi come il pensionato sia entrato a contatto col batterio? Abbiamo cercato di trovare la risposta nelle parole del figlio Fabrizio, che conosceva le abitudini del padre. «Mio papà – racconta il consigliere uscente – conduceva una vita normale. Faceva i suoi giretti, era volontario in parrocchia, ogni tanto andava al supermercato per comprare quattro cose e poi rincasava. Non sappiamo come abbia contratto il batterio. Le analisi sulla rete idrica della casa e anche sul rubinetto centrale della palazzina in cui vive, sono tutte negative». A questo punto rimane un mistero dove si celi il batterio.
Intanto però Ruzza pensa a suo padre e a quei medici dell’ospedale di Desio che hanno fatto di tutto per salvargli la vita. «Sono stati meravigliosi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare». Ricordiamo che la legionella non viene assolutamene contratta bevendo acqua, ma respirando vapore acqueo.
Clorazione – Il Ministero alla salute aveva invitato solo il mese scorso l’amministrazione comuale a proseguire la sua battaglia con la clorazione, anche se non è ancora stata individuata la fonte del batterio e comunque è da escludere la rete idrica comunale. Cristina Marzorati