Monza – La depressione negli anziani ha una componente genetica. E’ il risultato di uno studio realizzato dall’équipe della geriatria dell’ospedale San Gerardo di Monza guidata dal professor Giorgio Annoni, direttore della Scuola di specializzazione di geriatria dell’università di Milano-Bicocca.
Secondo la ricerca, pubblicata sull’ultimo numero dell’International Journal of Geriatric Psychiatry, negli anziani la depressione ha anche una componente di predisposizione genetica che può contribuire a determinare uno sbilanciamento tra le citochine, particolari molecole proteiche responsabili della risposta infiammatoria. Lo studio, durato sei mesi, ha coinvolto un centinaio di pazienti, con età media di circa 80 anni, seguiti presso l’ambulatorio di psicogeriatria del San Gerardo.
Al termine dello studio è emerso che la depressione deriva non solo dall’interazione dell’anziano con l’esterno, per esempio isolamento famigliare, sociale, difficoltà economiche, emarginazione, sensazione di inutilità, ma anche da una predisposizione genetica a livello delle citochine.
«Abbiamo notato – spiega il professor Annoni – un’interessante variabile presente nell’84% dei nostri pazienti depressi. E’ a carico del gene TNF-alfa e si traduce in un rischio più che doppio di sviluppare la depressione rispetto a quelle persone che non ne sono portatrici. E’ una patologia molto diffusa tra gli anziani, circa il dieci per cento ne è colpito. Una patologia che poi, negli ultra 65enni è difficilmente diagnosticabile perché i sintomi, come stanchezza, perdita di peso e di iniziativa, si confondono spesso con quelli di altre malattie geriatriche».
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