Un’anziana ricoverata a Desioper sospetto caso "mucca pazza"

Desio – E’ ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale cittadino una donna di 70 anni, originaria della Campania. Il sospetto è che sia stata colpita dal morbo della mucca pazza. Ma i medici sono cauti, perché la diagnosi potrà essere effettuata solo con l’autopsia. Per evitare allarmismi, i sanitari del presidio di via Mazzini hanno tenuto una conferenza stampa ieri mattina, per spiegare il quadro clinico della paziente, che si è trasferita da poco in Brianza, dove vivono alcuni parenti.

“Non creiamo allarmismi immotivati” ha detto subito Patrizia Pedrotti, direttrice amministrativa dell’azienda ospedaliera. La paziente è in coma, in una stanza isolata e monitorata, nel reparto di neurologia. In base ai sintomi e agli esami effettuati, i medici ritengono che sia stata colpita dalla malattia di Creuzfeldt-Jakob, di cui la cosiddetta mucca pazza è una variante. I sintomi sono una forte depressione e una demenza sempre più acuta. La donna era ricoverata nel reparto di psichiatria, ma poi è stata trasferita in neurologia per il peggioramento delle sue condizioni.

“E’ risultata positiva al test della proteina 14-3-3 e l’encefalogramma ha gli andamenti classici della malattia” spiega il dottor Antonio Colombo direttore del reparto di neurologia. La patologia di Creuzfeldt-Jakob è una malattia rara a lunga incubazione (dai 5 ai 15 anni): all’ospedale di Desio si presenta un caso ogni 2 o 3 anni. In tutta Italia si registrano circa una quarantina di casi all’anno.

“E’ dovuta ad un accumulo di proteina anomala (prionica) nel cervello, che uccide le cellule: si chiama anche encefalopatia spongiforme”. I sanitari tranquillizzano. “La malattia ha una lunga incubazione: la donna, che vive da poco in Brianza, l’ha contratta nel suo paese d’origine anni fa – spiega il dottor Carlo Alberto Tersalvi, direttore sanitario dell’ospedale -. Non è infettiva. Non si trasmette attraverso virus e batteri”.

La mucca pazza rappresenta la variante bovina dell’encefalopatia spongiforme. “Per ora è solo un sospetto che si tratti di mucca pazza” ripetono i sanitari. “Rispetto alla forma sporadica, la variante bovina, di cui si è registrato un solo caso in Italia dal 1993, ha un andamento clinico diverso”. Sono comunque stati informati Asl e Istituto Superiore di Sanità, come previsto dalle procedure definite dalla Regione.
Paola Farina