Arcore – E’ stata trasportata presso l’ospedale di Vimercate per un’intossicazione da monossido di carbonio la donna di mezza età che martedì scorso ha cercato di spegnere un principio di incendio allo scaldabagno di casa. Le sue condizioni non sono apparse gravi, ma considerati i sintomi come nausea e giramento di testa, la corsa in ospedale è stata inevitabile. Tutto è successo lunedì scorso nel pomeriggio, presso un’abitazione privata al quarto piano di una palazzina in via Manzoni. In casa c’era solo la proprietaria, una donna di mezza età che si è trovata a dover gestire surriscaldamento e fumo partiti proprio dallo scaldabagno.
L’arcorese ha chiamato i vigili del fuoco che sono sopraggiunti da Monza e, nel frattempo, ha cercato di arginare il problema aprendo le finestre per fare uscire il fumo denso che si è sprigionato in casa. Nel panico della situazione ha trovato tempo anche per una telefonata a un parente con la richiesta che venisse ad aiutarla. L’uomo è arrivato in auto proprio mentre la pattuglia della polizia locale passava da quelle parti. I vigili in servizio hanno accompagnato l’uomo al quarto piano, poco prima che i pompieri arrivassero dal comando di Monza con due mezzi, uno dei quali è tornato sui suoi passi una volta verificata la non gravità della situazione.
Gli altri vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l’abitazione, raffreddando l’ambiente e scongiurando l’incendio, ma nel frattempo la padrona di casa ha inalato troppo fumo, pur di non abbandonare la casa e di liberare l’appartamento dalla coltre nera. In breve tempo ha iniziato ad accusare i chiari sintomi dell’intossicazione da monossido di carbonio e sul posto è stata chiamata un’ambulanza. La donna è stata trasportata in ospedale a Vimercate, ma le sue condizioni non sono apparse gravi. Nessuna conseguenza per gli agenti della locale, i primi a varcare la soglia dell’appartamento dopo il principio d’incendio.
Valeria Pinoia