Vimercate – Un collare capace di trasmettere scosse elettriche. Infilato al collo di un cane da caccia e azionato a distanza, con un telecomando. Una circostanza che al proprietario dell’animale, un 35enne vimercatese, è costata la denuncia per maltrattamento che il comando di polizia locale ha inoltrato alla Procura di Monza.
I fatti risalgono all’inizio della settimana. Lunedì pomeriggio alcuni passanti hanno chiamato la centrale di piazza Marconi per avvertire che un cane giaceva immobile in mezzo a via Caprotti, ex via del Salaino, a Oreno. Gli agenti sono intervenuti e hanno constatato che l’animale, vittima di un investimento, era ferito ma ancora vivo. Mentre stavano prestando soccorso e conducendo i primi accertamenti per individuare il proprietario del cane, i vigili si sono accorti che il collare mostrava qualche strano rigonfiamento.
A un’analisi più attenta, sono apparsi dei filamenti evidentemente utilizzati per produrre una scossa elettrica su impulso di un telecomando. Sono trascorsi pochi minuti e in via Caprotti è sopraggiunto il proprietario che stava ispezionando la campagna orenese alla ricerca dell’animale fuggito solo qualche ora prima. Alle immediate contestazioni degli agenti, l’uomo ha replicato che il collare era comunque a norma di legge e che il suo l’utilizzo era perfettamente regolare.
Giustificazione che è apparsa del tutto infondata, anche sulla scorta di precise verifiche effettuate dalla polizia locale presso il servizio veterinario della Asl, oltre che presso altri enti che si occupano di animali e di diritti. Il collare a impulsi elettrici è illegale, è uno strumento che procura dolore e che viene talvolta usato per l’addestramento o per impedire al cane di abbaiare. Il telecomando aziona l’invio di una scarica elettrica che colpisce il collo dell’animale e infligge sofferenza. Un quadro chiaro e inequivocabile, come la denuncia a carico del proprietario.
Anna Prada