Accusò il padre di abusi sessuali:20enne nega tutto in tribunale

Vimercatese – Una scena che si pensa relegata all’immaginario romanzesco, o cinematografico. La presunta vittima di un terribile reato davanti ai giudici, che ritratta tutto, e scagiona l’accusato tra le lacrime. La realtà, a volte sa essere più complessa e difficile da decifrare della finzione, come nel caso accaduto l’altro giorno a palazzo di giustizia. Una ragazza, oggi ventenne, seguita per due anni dai servizi sociali e dalla procura monzese, che aveva raccolto la sua denuncia contro il padre, accusato di averla sottoposta ad abusi, maltrattamenti e molestie sessuali, quando era ancora un adolescente minorenne. Poi incredibilmente, davanti ai magistrati ritratta tutto e si ritira dal processo.

E’ successo in tribunale a Monza, durante un’udienza celebrata davanti al tribunale collegiale, dove un cinquantenne residente in una località del vimercatese doveva rispondere di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia. Quando è toccato testimoniare alla ragazza, questa ha ritirato l’accusa, dicendo di averlo fatto per avere più attenzioni da parte della famiglia (“mi sono inventata tutto, perché mi sentivo trascurata”) , salvo poi aggiungere un’altra motivazione. “Volevo allontanare mio padre di casa perché aveva iniziato a prendere cocaina, e così non volevo che mia madre soffrisse”. Tutti sbigottiti, giudici, avvocati, pubblico ministero; dopo l’udienza (celebrata rigorosamente a porte chiuse), fuori dall’aula la tensione era palpabile. La giovane è stata incalzata dalle domande del magistrato, come riferiscono alcuni testimoni, ma alla fine ha tenuto fede alla sua nuova versione dei fatti.

Un racconto avvenuto piangendo e singhiozzando, così come aveva fatto due anni prima, quando agli inquirenti aveva riferito nel dettaglio di abusi e violenze, avvenute tra le mura di casa. Del fatto erano stati interessati anche i servizi sociali, che hanno seguito il caso per due anni, affidando nel frattempo la ragazza ai nonni. Alla fine della ritrattazione, la figlia ha revocato la costituzione di parte civile contro il padre, andandolo ad abbracciare a fine udienza. Il tribunale, tuttavia, vuole vederci chiaro. La ritrattazione della figlia certo alleggerisce a questo punto la posizione del padre imputato. Ma quest’ultimo non può dirsi scagionato fino alla sentenza del tribunale collegiale. I giudici hanno rinviato l’udienza per sentire come testimoni gli assistenti sociali. Processo rinviato dunque, ai primi del mese di marzo.
f. ber.