Agrate Brianza – “In teatro ho fatto di tutto, dal macchinista al regista, dal suggeritore alla sarta”. Dacia Maraini sorprende sempre. Pochi la conoscono come autrice teatrale. La sua produzione – raccolta da Rizzoli in due volumi sotto il titolo ‘Fare teatro’ – occupa un posto di assoluto rilievo nella drammaturgia italiana degli ultimi decenni. Sabato 30 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, viene presentato al teatro Duse di Agrate “Norma 44”, scritto negli anni Ottanta, stimolante e impegnativa prova per la compagnia Elefante Bianco.
Il gruppo, che ha sede a Seregno, si caratterizza per l’attenzione alla drammaturgia contemporanea, la rivisitazione in chiave moderna dei classici e l’interazione tra diversi linguaggi artistici, come danza, musica, arti grafiche e visive. Sul palco, con inizio alle 21, si esibiscono Manuela Caspani, Monica Gianfreda, Erika Nagel e Vincenzo Corso. Siamo all’interno di un campo di sterminio nazista dove si consumano orrori innominabili. Una nuda baracca diventa inaspettatamente isola felice, spazio al riparo dalle sofferenze quotidiane, luogo dove risorgono e fioriscono sentimenti delicati.
È la baracca del capitano Eva Hoffmann delle SS, incaricata, in quanto musicista, di mettere in scena la Norma di Bellini per soddisfare il capriccio di un superiore. Solo un elemento ne riscalda la gelida atmosfera: il grammofono da cui si diffondono le arie vibranti di un dramma. Amore e morte si intrecciano e si confondono. Sotto lo sguardo agghiacciante del Führer, la baracca diventa una sala prove. Tre donne lottano per sopravvivere. Due prigioniere e un’aguzzina. Sono vittime del medesimo aberrante disegno di annichilimento.
“Dal dramma rivisitato della Maraini – precisa il regista Silvano Ilardo – si sono ricavati spunti per raccontare gli odiosi crimini commessi contro persone senza colpe, le inconcepibili atrocità che hanno lasciato una macchia indelebile nella storia umana. Una testimonianza per non abdicare al dovere di continuare a ricordare, di documentare la tragedia dell’Olocausto e in particolare la deportazione femminile.
Le struggenti musiche di Moni Ovadia accompagnano flash di un’esperienza disumana tragicamente vera. I corpi ne sono percorsi, scossi: a mostrare la sofferenza di chi viene privato dei propri cari, della dignità, del pudore, e arriva a desiderare la morte come estrema liberazione. Resta viva una fiamma di speranza. La solidarietà e la sincerità di affetti, la compassione e l’amore non si lasciano vincere”. Biglietti d’ingresso a prezzo speciale. Costano solo 3 euro. Informazioni allo 039-6058694.
Modesto Panizza