Brugherio – È stato identificato il giovane che un anno e mezzo fa rapinò un minorenne puntandogli un coltello alla gola e facendosi consegnare portafogli e telefono cellulare. Proprio attraverso il telefonino, i carabinieri di Brugherio sono riusciti a individuarlo e a inchiodarlo alle sue responsabilità. Si tratta di un 18enne che quindi, all’epoca dei fatti, non era neppure maggiorenne. I militari hanno spiccato la denuncia in stato di libertà e la giustizia farà il suo corso. I fatti risalgono al novembre del 2008, una giornata come tante altre, per la giovane vittima, allora 14enne, iscritta al Liceo scientifico Banfi dell’Omnicomprensivo di Vimercate. Il ragazzo, residente a Brugherio, era appena sceso dal pullman alla fermata di viale Lombardia e stava incamminandosi verso casa, quando venne sorpreso dal rapinatore. “A metà parcheggio – spiegava allora la mamma del giovane, a poche ore dai fatti – mio figlio si è sentito abbracciare dalle spalle da una persona spuntata all’improvviso. Aveva un coltellino che ha avvicinato a mio figlio e con poche parole ha chiesto di consegnare tutto”.
Pochi secondi di terrore, la consegna del portafogli e del cellulare e la noncuranza dei passanti che, protetti dagli ombrelli nella giornata piovosa, non si accorsero di nulla. La vittima della rapina, privata dei suoi averi, tornò a casa immediatamente e raccontò l’accaduto alla madre che, poche ore dopo, si trovava già in caserma con il figlio, per sporgere denuncia. In un primo momento, risalire al colpevole risultò difficile. Il ragazzo brugherese spiegò di non aver visto in che direzione fosse scappato il suo aggressore e garantì di non averlo mai visto prima. Una descrizione piuttosto precisa però la riportò ai carabinieri che avviarono le indagini riuscendo la settimana scorsa a chiudere il cerchio.
Una volta risaliti al presunto colpevole, i militari hanno confrontato i tratti somatici con la descrizione fornita dal 14enne rilevando le corrispondenze: carnagione scura, occhi castani, corporatura media, 1 metro e 70 di altezza circa e un aspetto da 17enne. Uno sguardo alla fotografia da parte della vittima sembra sia stato decisivo. “Mio figlio comunque continuerà a prendere il pullman –spiegava la madre del minorenne all’epoca dei fatti- perché riteniamo che questi episodi non debbano costituire un terrore continuo per le persone. Certo, al momento si è spaventato molto, ma poi ne abbiamo parlato e fortunatamente mi sembra che la paura, piano piano, si sia affievolita”. L’esito positivo delle indagini dell’Arma brugherese avrà rassicurato ulteriormente la vittima e i suoi familiari.
Valeria Pinoia