Monza – Si intitola “Fiorenzo il Magnifico” e, fino a domenica 7 novembre, sarà l’appuntamento clou della Salone del Ciclo a Rho-Pero. Fiorenzo Magni è uno dei campioni più amati e popolari della storia del ciclismo. Trasferitosi a Monza dalla natia Toscana, nel ’48 vinse il suo primo Giro d’Italia, più altri due nel ’51 e nel ’55. Quindi tre Giri delle Fiandre consecutivi (dal ‘49 al ‘51) e altre corse importanti. Nel suo palmares spiccano tre successi nel Giro del Piemonte, Trofeo Baracchi e campionato nazionale. Magni fu il primo ad introdurre gli sponsor sulle casacche dei corridori: nel ‘54 allestì la Nivea-Fuchs. È stato ct della Nazionale, presidente dell’Asso-corridori e della Lega del Professionismo. Nel 2004 ha ricevuto il Collare d’Oro al merito sportivo e dal 2006 è presidente della Fondazione Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo «che custodisce le memorie di questo sport», come ha dichiarato lo stesso Magni all’Osservatore Romano il 29 novembre 2009.
Cartoline, istantanee sulla vita sociale, umana, sportiva del campione sono esposte nella mostra allestita al 68esimo Salone del Ciclo e del Motociclo alla Fiera di Rho-Pero. È un’occasione per scoprire aneddoti della vita agonistica e privata di un uomo che si accinge a spegnere, il prossimo 7 dicembre, le prime 90 candeline: dagli archivi sono state rispolverate bici d’epoca, maglie simbolo dei suoi successi e svariati cimeli. Non manca uno spazio dedicato ai giornali dell’epoca e a gigantografie. Tra i grandi ciclisti che hanno scritto l’epopea del pedale, si inserisce la vicenda di Fiorenzo in azione nel Giro d’Italia 1956: durante la 12esima frazione, la Volterra-Livorno, cadde, si ruppe la clavicola ma raggiunse il traguardo prima di essere ricoverato in ospedale. Lì gli consigliarono il ritiro e, invece, quel “vero toscano, geniale e focoso” (come lo definì Adriano De Zan il decano dei commentatori di ciclismo in tv) decise di ripartire per consegnare alla storia l’istantanea della 13esima tappa. La cronoscalata Bologna-San Luca corsa addentando un tubolare legato al manubrio come suggerito da Faliero Masi, suo meccanico.
Dici “Magni” e torna in mente un altro ricordo. Il soprannome guadagnato sul campo: “Leone delle Fiandre”, dopo che ebbe vinto consecutivamente tre edizioni della classica belga grazie ad accorgimenti tecnici rivoluzionari come il rivestimento in gommapiuma del manubrio per ridurre le vibrazioni da pavé, l’utilizzo di cerchi di legno pregiato e di gomme più larghe rispetto a quelle tradizionali. Svolgendo il filo dei ricordi, torna alla memoria anche il record di longevità per un vincitore del Giro d’Italia: “Fiorenzo il magnifico” si impose nel 1955, a 34 anni compiuti.
Franco Cantù