Uno spazio per didattica e culturaEcco cosa sarà il Must vimercatese

Uno spazio per didattica e culturaEcco cosa sarà il Must vimercatese

Vimercate – «Abbiamo lavorato molto sulla didattica, con l’obiettivo di arrivare a un linguaggio preciso e al contempo accessibile a tutti. Abbiamo voluto creare un percorso ricco di contenuto e di approccio semplice per l’intero pubblico. In aggiunta a ciò, abbiamo optato per un adattamento dei locali che li rendesse tutti accessibili ai portatori di disabilità». È Angelo Marchesi, dirigente del settore cultura di Palazzo Trotti e a capo del progetto del Must a indicare la matrice che ne ha guidato la costruzione. Didascalie ridotte e di immediata comprensione («quando nei musei mi imbatto in spiegazioni lunghe intere pagine, mi rendo conto che sono insostenibili»), monitor che integrano con immagini e testi, ”cassetti” estraibili che aggiungono ulteriori informazioni.

«Non si dimentichi poi che questo museo intende raggiungere tutti i cittadini e avere un ruolo educativo-culturale per le scolaresche – continua Marchesi – A oggi abbiamo già ricevuto, a ”pacchetto chiuso”, la prenotazione di laboratori da sessanta scolaresche del territorio. Si tratta di un migliaio di bambini. È un inizio ottimo». Valutazioni alle quali il vicesindaco Roberto Rampi, assessore alla cultura, si affianca: «Sottolineo che la realizzazione di questo museo è stata perseguita grazie a un grande investimento sul personale del nostro Comune. Marchesi è cresciuto, professionalmente, qui, così come Massimo Pesenti, curatore delle collezioni, e Paola Striuli, responsabile della didattica. Sono tutti dipendenti del settore cultura e proprio il fatto che questo personale si sovrapponga a quello necessario per avviare e seguire il museo ci permette di aprire il Must, altrimenti non sarebbe possibile».

Sarebbero i costi a esondare. E proprio in tema di spese ed economie Rampi non si sottrae a riflessioni che in molti casi è stata l’opposizione a sollevare. «Tra lavori sulla struttura e allestimento, questo museo ci costa circa due milioni e mezzo di euro, somma stanziata fin dal 2005 – elenca- è chiaro che, oggi, nel bel mezzo della crisi, non potremmo più immaginare di destinare così ingenti risorse a questo fine. Detto ciò, è doveroso rimarcare il valore, anche in termini di investimento, di questo museo che oggi abbiamo. Quando si è in un frangente, anche lungo, di crisi non si può non pensare a ciò che rimane una volta che le difficoltà saranno superate. Il Must è un centro di formazione permanente, che resterà per le generazioni future». Restando in tema di denaro, il vicesindaco entra nel merito della recente polemica sollevata dal capogruppo Pdl Andrea Assi a proposito dei 5mila euro spesi per inviare a ogni famiglia una lettera di presentazione del Must: «Come si può pensare di realizzare un progetto da due milioni e mezzo di euro e di non promuoverlo, tra l’altro alla modica somma di cinquemila euro?».
Anna Prada