Meda dice no al centro massaggiI proprietari cinesi vanno al Tar

Meda – Ricorso al Tar per la società «Wei Hao» che avrebbe dovuto aprire un centro massaggi ed estetica in via Beato Angelico negli scorsi mesi. Attraverso l’avvocato Claudio Colombo, con studio a Monza, la società di Zhong Jiqiang ha deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale per sospendere un’ordinanza dirigenziale: la numero 114 del 24 novembre 2010 con la quale è stata disposta la cessazione immediata dell’attività di estetica della persona e di massaggi nei locali situati a Meda in via Beato Angelico. La motivazione formale dell’ordinanza è urbanistica: in sostanza, dalla polizia Locale fa cessare l’attività poiché non riconosce la qualità artigianale del lavoro svolto dalla società cinese.

E, secondo il piano regolatore vigente, in via Beato Angelico si possono insediare solamente attività di tipo, appunto, artigianale. «Abbiamo depositato il ricorso all’inizio di febbraio – dice l’avvocato Colombo – e adesso siamo in attesa che venga fissata la prima udienza». Qualora il Tar dovesse sospendere l’ordinanza dirigenziale, i danni sarebbero limitati al semplice ritardo di inizio attività: «Di fatto l’attività del mio cliente non era ancora iniziata – dice ancora l’avvocato Colombo – e per capire se ci siano o meno i margini per una richiesta danni, dobbiamo aspettare il risultato del ricorso al Tar».

Nessuna delle parti in causa – né il dirigente della polizia locale che ha stilato e firmato l’ordinanza, né l’avvocato dalla società cinese – parla di altre motivazioni rispetto ad una destinazione prettamente urbanistica, ma in città il pettegolezzo è sulla bocca di tutti. I casi di centri massaggi cinesi che invece si dimostrano qualcosa di diverso non sono infatti certo nuovi alla cronaca. Magari non sarà il caso in questione, ma il dubbio, a chi ha saputo di questa ordinanza, resta. Che forse si sia trattato di un atto precauzionale per evitare di avere nelle vie del paese un esercizio che potrebbe potenzialmente essere un centro massaggi di quelli già noti alle cronache? «Non possiamo certo fare il processo alle intenzioni – conclude Colombo – e non possiamo fare altro che aspettare l’udienza».

Di fatto, non ci sono parole formali che indichino la paura da parte dell’amministrazione comunale della presenza di un centro “a luci rosse”, ma sembra che l’ordinanza sia un semplice provvedimento urbanistico. Il dubbio ai malpensanti resta. La giunta ha dato disposizioni all’area finanziaria di conferire l’incarico legale per resistere in giudizio.
E.San