Lissone/Muggiò – E’ stato condannato dalla Corte d’Assise a dieci anni per omicidio preterintenzionale, con l’aggravante dei futili motivi, Stefano D’Ambrosio, operaio di Muggiò di 38 anni. L’uomo era chiamato in giudizio per rispondere della tragica fine di Luigi Pagani, 33 anni, pure di Muggiò, morto in circostanze drammatiche la notte dello scorso 22 luglio a Lissone, nel parcheggio antistante l’Esselunga, davanti a un chiosco che vende panini. I giudici hanno stabilito anche 150mila euro di provvisionale a favore dei familiari della vittima. Tra vittima e picchiatori (l’altro imputato, Vito D’Apice, è stato assolto pochi giorni fa) era scoppiato un banale diverbio nel cuore della notte. Secondo la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, Pagani, visibilmente ubriaco, come ha poi confermato la perizia tossicologica, avrebbe chiesto con molta insistenza una birra ai due amici muggioresi. Dalla discussione si è passati presto alle vie di fatto, con l’uomo colpito anche mentre si trovava a terra. Pagani è morto per emorragia interna alla base del collo, sotto la nuca. Il processo ha dimostrato l’estraneità di D’Apice, rimasto in galera fino all’assoluzione dell’altra settimana. I giudici hanno stabilito che ha sferrato solo una manata, a seguito della quale la vittima è caduta a terra, poi però colpita con un calcio e forse con un pugno da D’Ambrosio. Dopo la manata D’Apice si era addirittura allontanato dalla scena del pestaggio. Per la Corte, insomma, la morte è da imputarsi al calcio sferrato da D’Ambrosio.
Lissone, lite davanti al chioscoOperaio condannato a 10 anni
E' stato condannato a dieci anni per omicidio preterintenzionale, con l'aggravante dei futili motivi, Stefano D'Ambrosio, operaio di Muggiò di 38 anni, chiamato in giudizio per rispondere della tragica fine di Luigi Pagani, 33 anni, morto la notte dello scorso 22 luglio a Lissone.
