Monza, ora c’è la RosticceriawebCinghiale nel piatto, gusto solidale

Il team di amici appassionati di buona tavola e buone azioni dà appuntamento nella cucina dell'oratorio San Gerardo per preparare la seconda edizione di un successo che lo scorso anno ha conquistato centinaia di buongustai. Porzioni da asporto.
Monza, ora c’è la RosticceriawebCinghiale nel piatto, gusto solidale

Monza – Torna la cinghialata firmata dai cuochi solidali della Rosticceriaweb. Il team di amici appassionati di buona tavola e buone azioni si darà appuntamento nella cucina dell’oratorio San Gerardo per preparare la seconda edizione di un successo che lo scorso anno ha conquistato centinaia di buongustai. Il menù offerto da Maurizio Bensi e dal suo team di cuochi per passione propone carne di cinghiale e capriolo, accompagnato da abbondanti porzioni di polenta. «Al momento abbiamo già ricevuto circa novanta prenotazioni per porzioni di cinghiale e una trentina per il piatto al capriolo, ma siamo pronti ad accontentare anche i ritardatari», spiega Bensi. Venticinque chili di carne di prima qualità provenienti dalla Toscana e sapientemente cucinati dallo stesso Bensi e da altri dieci volontari. Il ricavato raccolto sarà interamente devoluto all’associazione Carcere aperto che lavora all’interno della casa circondariale di Monza.

Il sistema è semplice: per poter ritirare la propria porzione di carne è sufficiente telefonare al numero 039. 324018, oppure mandare una mail a info@rosticceriaweb.it. Sarà possibile ritirare la porzione di cinghiale e capriolo prenotata a partire dalle 17 e fino alle 20 di sabato 5 novembre, direttamente dalla cucina dell’oratorio di San Gerardo, in via Cremona 7. Non mancano anche le promozioni: una porzione infatti costa 5 euro, che diventano 12 per chi deciderà di lasciarsi tentare da ben tre porzioni.

«Abbiamo deciso di sostenere l’attività di questa associazione che non conoscevamo, ma che abbiamo avuto modo di apprezzare grazie alla mostra fotografica promossa proprio da Carcere aperto e dedicata ai volti di alcuni detenuti, allestita fino alla scorsa settimana all’Urban Center», spiega Bensi. Nata nel 1994, in contemporanea con l’inaugurazione del nuovo carcere, l’associazione Carcere aperto ha da subito cercato di «rompere l’isolamento che l’ubicazione stessa dell’istituto, sorto all’estrema periferia della città, ha da subito creato», raccontano i volontari. Oggi Carcere aperto è presente all’interno delle sezioni, fornendo ai detenuti anche assistenza giuridica, e all’esterno, con progetti di sensibilizzazione nelle scuole. L’associazione ha una cinquantina di volontari.

Sarah Valtolina