Monza – A Monza si guarda anche al futuro. A un sistema di trasporto pubblico, cioè, che liberi le strade dai pullman. Si chiama «Personal rapid transit» ed è una monorotaia sospesa di ultima generazione che collega Bettola (Monza Sud) alla stazione di Monza passando per San Rocco, San Donato e la Cascinazza. Con questo nuovo sistema di trasporto si ovvierà ai problemi di traffico, disagi e inquinamento.
La monorotaia – La monorotaia, formata da piccole cabine da 4 persone che viaggiano sospese a più di 4 metri da terra, è stata sperimentata anche a Londra presso l’aeroporto di Heatrow. Più economica di una metropolitana tradizionale, più funzionale di qualsiasi mezzo di trasporto e garantita dal punto di vista della sicurezza, dato che i passeggeri possono viaggiare anche da soli andando direttamente a destinazione senza fermarsi per stazioni intermedie, il «personal rapid transit» si candida ad essere il sistema di trasporto del futuro.
Le fermate – Ma le resistenze ideologiche davanti ad un progetto così innovativo non sono facili da abbattere. La società Lenta Ginestra, proprietaria dell’area Cascinazza, ha recentemente prodotto uno studio di fattibilità, preparato dalla società «Centro studi traffico» di Milano, all’interno del quale si presenta questo nuovo sistema di mobilità. Il progetto è collegato all’intervento edificatorio alla Cascinazza: il privato propone il «people mover» all’interno degli oneri «di qualità» previsti negli obiettivi premiali del piano di governo del territorio. La nuova linea di trasporto partirebbe da Bettola, in corrispondenza delle stazioni della MM1 e MM5, e si dirigerebbe verso il quartiere San Rocco facendo fermate ail sottopasso di via Tolstoj, in via Sant’Alessandro e via Marconi, poi attraverserebbe (con tre fermate) la Cascinazza per dirigersi alla stazione ferroviaria, dal lato di Porta Castello.
Quanti passeggeri? – Nello studio di fattibilità si stima che l’ipotesi minima di passeggeri al giorno è di 9.470 persone, la massima è di 16.391 per una media di mille passeggeri all’ora. La monorotaia viaggerebbe tra i 3,5 e i 6 metri sospesa da terra ad una velocità massima di circa 40 chilometri all’ora e sarà interrata nel tratto da Monza Bettola a viale Marconi. L’operazione, interamente finanziata dal privato, avrebbe un costo di 39milioni di euro. Per costruire una linea con sistema metropolitano tradizionale, invece, si parlerebbe di cifre dieci volte superiori. La società Lenta Ginestra, se venisse confermata la conformazione e le volumetrie del progetto all’interno della Cascinazza, potrebbe interamente fornire il tratto di linea tra la Bettola e la stazione di Monza.
Bettola-ospedale – Lo studio di fattibilità, però, va oltre e prevede anche il prolungamento della linea al centro storico, dove viaggerebbe interrata, fino alla Villa reale che verrebbe in questo modo collegata (indirettamente) al sistema di metropolitane milanesi aumentando esponenzialmente il bacino di potenziali visitatori. I progettisti sostengono che non sarebbe un problema interrare la linea all’interno del centro storico, dato che per questo tipo di infrastruttura basta scavare 3 metri sotto al suolo. Il costo totale del progetto, fino all’ospedale di Monza si aggira intorno ai 44milioni di euro, per il prolungamento dalla stazione ferroviaria all’pspedale (passando per la Villa reale) dovrebbe essere il Comune a pagare.
Come un taxi – La monorotaia funziona come un taxi a chiamata: il passeggero potrà prendere una cabina posteggiata in ogni fermata e decidere di viaggiare anche da solo (la cabina consente un massimo di 4 posti), impostando la fermata di destinazione. Fino all’arrivo il «people mover» non effettuerà fermate intermedie quindi il viaggiatore non sarà intercettato da altri passeggeri durante il percorso. Ogni fermata avrà parcheggiate una serie di cabine che, man mano che verranno occupate, saranno sostituite da altre in modo tale da mantenerne sempre un certo numero a disposizione per ogni fermata. In questo modo il viaggiatore potrà effettuare il percorso in totale sicurezza. La frequenza di passaggio delle cabine per ogni fermata potrebbe essere di una ogni 2 minuti. Il «personal rapid transit», a detta dei tecnici, sarebbe l’unico sistema per ovviare ai cronici problemi viabilistici di Monza che, a causa della stretta conformazione del sistema viario, non può puntare su corsie preferenziali per autobus e mezzi pubblici.
Andrea Trentini