Gli imprenditori mollano BerlusconiE’ entrato nel letto, non nella storia

Sfogo milanese per Gian Luca Brambilla, imprenditore vimercatese e vice presidente della Confcommercio di Monza e Brianza: «Basta, Ci ha dissanguato, ci ha esposti alla fame delle banche, alla mercé del mercato».
Gli imprenditori mollano BerlusconiE’ entrato nel letto, non nella storia

Vimercate – Anche l’imprenditore brianzolo «molla» Berlusconi. A riportare la notizia e Il fatto quotidiano, che dà cronaca di un convegno su impresa e reti promosso dalla Camera di commercio di Milano a palazzo Mezzanotte, sede della Borsa a Milano. L’imprenditore-indignados si chiama Gian Luca Brambilla, con azienda a Vimercate, vice presidente della Confcommercio di Monza e Brianza. «Basta. Basta con la politica – ha urlato Brambilla davanti a tanti colleghi imprenditori secodo quanto riportato dal Fatto -. Ci ha dissanguato, ci ha esposti alla fame delle banche, alla mercé del mercato, tra le grinfie di commercialisti e notai senza scrupoli che hanno usato la politica per dribblare le liberalizzazioni e mantenere i loro privilegi. Tutti hanno continuato a mungere gli imprenditori. Benedetto sia il governo tecnico. Abbiamo subito una politica irresponsabile rispetto alla crisi finanziaria mondiale che non ha fatto nulla e ha finito per aggravare la situazione rendendoci ridicoli agli occhi dei mercati e complicando ancora di più l’accesso al credito per le imprese. Berlusconi ha lasciato che la crisi finanziaria si trasferisse nell’economia reale”.

Il signor Brambilla non chiede discontinuità, chiede che Berlusconi esca per sempre di scena. “Io l’ho votato ed è stata per me e molti imprenditori un’enorme delusione. Gli abbiamo dato il voto garantendogli la più ampia maggioranza dal dopoguerra perché cambiasse le cose riformando il Paese. Invece ha bruciato questo capitale di fiducia. Poteva entrare nella storia, ha preferito entrare in un letto. Ora mi auguro che la fine di schianto del governo dia una scossa agli italiani, provochi uno choc positivo nel Paese. Abbiamo bisogno di costruire da capo. Molto meglio un governo tecnico di quello del bunga-bunga”.