Monza – Ci sarebbero anche un lissonese e un biassonese tra le 23 persone raggiunte ieri da un’ordinanza di custodia cautelare, 22 in carcere e una ai domiciliari, indagate a vario titolo per riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, usura, estorsione, truffa, corruzione, sostituzione di persona, trasferimento fraudolento di valori, associazione a delinquere, furto aggravato, ricettazione e evasione. Alcuni dei reati sono stati commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
Le ordinanze sono state eseguite dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria e del gruppo pronto impiego di Milano ed emesse dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Milano Luigi Varanelli, su richiesta del sostituto procuratore D’Amico della Dda di Milano.
Sequestrati anche 9 immobili in provincia di Monza, Modena e Bologna, 7 automezzi, 3 società in provincia di Monza e Modena, 35 conti correnti, 3 polizze assicurative e 3 cassette di sicurezza, per un valore complessivo di oltre 5.000.000 euro.
Secondo le indagini, alcuni degli indagati, oltre ad esercitare una sistematica e continuativa attività di usura ed estorsione, avrebbero riciclato ingenti quantità di denaro contante derivante dal traffico di sostanze stupefacenti e dal commercio di armi mentre altri avrebbero commesso numerosi furti nelle ore notturne ai danni di camion e capannoni industriali, rivendendo la merce rubata ai mercatini domenicali nella periferia nordoccidentale milanese.