Meda – Rapinatore sì, ma amico sincero. In carcere al posto suo, per la rapina in villa che quasi costò un occhio al medese Gianfranco Camnasio, ci stava per finire un amico che, invece, con questa storia, proprio non c’entra niente. Quando lo ha saputo, il vero colpevole dell’accaduto si è presentato di sua spontanea volontà e l’ha detto chiaro ai Carabinieri: sono stato io a compiere quella rapina. Si tratta di Manuel Impallomeno, 22 anni, residente a Carimate nel comasco. Il ragazzo ha compiuto la rapina in villa la sera di Pasqua, in via Sondrio a Meda, al confine con Cabiate. E lo ha fatto con altri due complici: Giuseppe Licata, 41 anni, di origine canturina ma con casa a Carimate, e un terzo complice ancora da identificare.
Uno teneva ferma la fidanzata del padrone di casa, Gianfranco Camnasio, 68 anni immobiliarista, uno frugava dappertutto, mentre un terzo prendeva a botte il medese. E senza troppi formalismi lo ha colpito con la canna della pistola al volto tanto che nelle ore successive, l’uomo ha dichiarato di aver avuto paura di perdere un occhio. Licata era stato bloccato subito dopo la rapina mentre tentava di scappare sui tetti e fu beccato in un capannone non lontano dal luogo della rapina dove aveva tentato di nascondersi. Mentre Impallomeno si è presentato di sua spontanea volontà mercoledì scorso. I rapinatori puntavano lo scorso 8 aprile alla cassaforte e, proprio perché non erano riusciti ad aprirla velocemente, si erano messi a menare l’immobiliarista.
I tre erano quindi scappati con appena 500 euro in contanti e Licata fu preso dai carabinieri di Meda intervenuti subito sul posto. L’inchiesta ha condotto i carabinieri a sospettare del nipote del primo arrestato, Marco Licata che, invece, sarebbe del tutto estraneo alla rapina e sabato è stato scarcerato dopo essere stato scagionato da Impallomeni. A tradire il giovane, il piercing sul lato della bocca, descritto dai rapinati che avevano notato questo particolare perché al ragazzo, durante la rapina, scendeva sul volto la sciarpa scura con la quale aveva cercato di travisare il suo viso: evidentemente non con molta cura. Anche Licata ha un piercing e da qui lo sviamento delle indagini. Impallomeni, però, non è stato arrestato bensì denunciato a piede libero. Prosegue la caccia al terzo complice.