Brugherio– Accordi sindacali non rispettati, rifiuto di integrare la cassa integrazione e scarsa tutela del made in Italy. Con posti di lavoro che si disperdono, produzioni delocalizzate in Cina, buste paga da miseria e prospettive per il futuro troppo, troppo incerte. È intorno a questi nodi che ruota la protesta di lavoratori e sindacati nei confronti di Candy Group, il colosso degli elettrodomestici. Una protesta che prevede otto ore di sciopero e che si è aperta oggi, mercoledì 18 luglio, con un incontro con sindacalisti e rsu davanti ai cancelli. «Chiediamo di riaprire subito il dialogo sulle questioni principali: la sofferenza economica dei lavoratori , un’integrazione della cassa che per ora l’azienda ha negato, la necessità di consolidare a Brugherio le produzioni temporanee legate all’accordo Bessel, il bisogno di strategie sul lungo periodo e garanzie sul made in Italy». Ulteriore motivo di contestazione infatti è la diffusione ormai accertata delle lavatrici che vengono dalla Cina nei mercati europei.
Lo sciopero alla Candy«Accordi da rispettare»
Mercoledì sciopero alla Candy. Sindacati e rsu spiegano le ragioni della protesta negli stabilimenti di Brugherio e Santa Maria Hoè, nel Lecchese: «Occorrono strategie sul lungo periodo e garanzie sul made in Italy».
