Senago – Dopo un anno di tregua, l’incubo di molti abitanti di Castelletto è ridiventato realtà. Ad inizio settimana infatti è ricominciato il viavai di mezzi pesanti in entrata e in uscita dalla cava Mascheroni di via Cavour 137. Una delle attività presenti all’interno del comparto, che non era stata messa sotto sequestro nel blitz compiuto dalla polizia provinciale e dalla polizia locale il 25 ottobre 2011, infatti ha vinto la gara d’appalto per lo stoccaggio di 350mila metri cubi di terra provenienti dagli scavi effettuati per realizzare un centro commerciale a Garbagnate. La notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno cogliendo di sorpresa anche il sindaco Lucio Fois. «Ho fissato un incontro con la proprietà – spiega il primo cittadino – perché voglio sapere per filo e per segno quanto dura l’appalto. Devo avere un loro piano di lavoro per capire se questa operatività non va contro i divieti imposti dalla Provincia di Milano. Se fosse tutto in regola, il Comune ha ben pochi margini di manovra. L’unica cosa che possiamo fare è controllare che i camion siano telonati e che non eccedano in quantità di carico». In questo senso la Polizia locale, impegnata insieme alla Polizia provinciale negli accertamenti sull’attività svolta, si è attivata fin da subito raggiungendo un primo obiettivo concreto. La proprietà infatti, per mantenere l’asfalto di via Cavour in condizioni accettabili, ha messo a disposizione due spazzatrici e un addetto per ripulire dalla terra e dal fango le ruote dei mezzi pesanti in uscita dal comparto. Quella della cava Mascheroni, situata praticamente in centro abitato, è una situazione molto delicata che si protrae da tempo. «Purtroppo – dichiara sconsolato il sindaco Fois – ormai è quarant’anni che siamo abituati a convivere con questo problema. Fino al 2016 l’ambito di cava rimane quello. L’unica possibilità è che il Tar, organo giudiziario a cui la proprietà aveva fatto ricorso, confermi i divieti imposti dalla Provincia».
La cava di via Cavour era stata messa sotto sequestro quasi un anno fa dopo che le Forze dell’Ordine, nel corso di un sopralluogo, avevano rilevato alcune violazioni ai Testi unici vigenti in ambito ambientale ed edilizio e agli articoli del Codice penale sui rifiuti e sul rumore. In particolare era stata trovata una quantità di materiale decisamente superiore al limite consentito ed erano finiti sotto inchiesta anche i rumori e le vibrazioni generate da un particolare macchinario che agiva come una sorta di centrifuga frantumando le macerie.
Fabio Cavallari