Violenza, l’avvocato delle donne:«Dite, denunciate. Non isolatevi»

Parlare, non isolarsi. E' il primo consiglio che gli esperti danno alle donne vittime di persecuzioni e violenze. E lo conferma l'avvocato Isabella Ferrario, che si occupa dei casi di donne maltrattate o vittime di stalking: «Isolarsi è fare il gioco dell'aguzzino».
Violenza, l’avvocato delle donne:«Dite, denunciate. Non isolatevi»

Monza – Parlare, non isolarsi. E’ il primo consiglio che gli esperti danno alle donne vittime di persecuzioni e violenze. «L’istinto è quello di chiudersi in sé stessi, per la vergogna e la paura » spiega l’avvocato Isabella Ferrario, che si occupa dei casi di donne maltrattate o vittime di stalking. «Invece, chi si isola fa il gioco del suo aguzzino. Occorre parlarne con un’amica o una persona di fiducia. E’ un modo per togliersi un grosso peso». «Le vittime a volte hanno anche paura di non essere credute» specifica l’avvocato.

Invece bisogna trovare il coraggio di raccontare le violenze subite, che siano psicologiche o fisiche. Poi c’è la denuncia.
«Diventa poi fondamentale rivolgersi alle autorità competenti». L’avvocato distingue i diversi tipi di reati. «C’è lo stalking, cioè gli atti persecutori. E poi ci sono le violenze fisiche». In tutti i casi è importante rivolgersi alle forze dell’ordine. «Le vittime dello stalking oltre alla classica denuncia all’autorità giudiziaria, possono presentare una richiesta di ammonimento, più veloce e semplice. Si può fare ai carabinieri della caserma più vicina. Le forze dell’ordine avviano immediatamente le indagini, che sono più rapide rispetto ai casi della classica denuncia. E se ci sono indizi sufficienti a carico dello stalker, il questore lo ammonisce e se dovesse ripetere le persecuzioni e venisse colto in flagranza di reato, può essere arrestato. E la pena diventa più aspra».

L’ammonimento ha il vantaggio di essere rapido. «Dalla richiesta della vittima all’ammonimento può passare anche solo un mese. E’ successo in alcuni casi. Gli stalker hanno smesso di assediare le loro vittime». A volte però gli ammonimenti non bastano. «Non vogliamo illudere nessuno. Le procedure sono lente e spesso non portano ai risultati sperati». Gli stumenti a disposizione a volte non sono sufficienti. Il legale, intanto, dà alcuni consigli a chi subisce violenza: «Suggerisco di tenere un diario, in cui descrivere tutte le persecuzioni e i maltrattamenti subiti. E’ importante annotare gli eventuali sms e le telefonate. Se la vittima presenta all’autorità giudiziaria una memoria ben dettagliata, le indagini sono più veloci e semplici». Lo stalking prevede anche la diffida: «Lo stalker può essere diffidato dall’avvicinarsi alla sua vittima o dal frequentare luoghi già frequentati da lei e dai suoi parenti. La diffida riguarda anche i social network, per esempio si può impedire allo stalker di avere contatti via facebook con la sua vittima».

Prima che la persecuzione degeneri in qualcosa di più grave, gli esperti invitano le vittime a fare denuncia. E se l’aggressore, una volta arrestato, viene subito rilasciato? «Tante vittime ci fanno questa domanda. Ripeto, noi non illudiamo nessuno. La giustizia italiana prevede la sospensione condizionale della pena per chi è incensurato. Gli aggressori possono essere rilasciati in libertà. Ma da qualche parte di deve pur cominciare».
Paola Farina