Villasanta – Un rinvio all’estate per il processo per l’eco disastro del Lambro. Si torna in aula l’8 luglio, in attesa che il collegio giudicante del tribunale monzese, piuttosto ‘ingolfato’ nell’agenda da qui a tutto giugno (mese in cui sono previste le sentenze del processo per corruzione a Massimo Ponzoni e per tentato sequestro di persona ai Miriadi di Vimercate), smaltisca i procedimenti in corso, prima di aprire l’istruttoria.
L’udienza di lunedì, è servita solo per chiedere la citazione della Lombarda Petroli come responsabile civile. Assenti gli imputati, accusati di disastro doloso in relazione al sabotaggio delle cisterne della ‘Lombarda’, ex raffineria poi tramutata in deposito di carburanti al confine tra Villasanta e Monza.
Dunque udienza lampo e rinvio a luglio, a oltre tre anni (era il 23 Febbraio 2010) dalla fuoriuscita di «almeno 100 tonnellate di gasolio e 812 tonnellate di olio combustibile» dalle cisterne della Lombarda Petroli di Villasanta, come recita il capo di imputazione. Disastro doloso, il reato principale contestato, per coprire gli ammanchi di carburante nei serbatoi in vista di un controllo fiscale. Accusa molto pesante, che i due imputati principali nonché proprietari, i due cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, hanno sempre respinto con decisione, e su cui le difese sono pronte a dare battaglia. A giudizio ci sono anche l’ex direttore di stabilimento Vincenzo Castagnoli, e l’ex custode Giorgio Crespi. Molto diverse le ipotesi formulate all’epoca sul perché del sabotaggio: dalla speculazione edilizia sull’area, sino alla ‘ndrangheta.
Le indagini del Noe dei carabinieri, invece, si indirizzarono verso la proprietà e l’esigenza coprire degli ammanchi di idrocarburi, la cui fuoriuscita non era stata registrata all’agenzia delle Dogane, in vista di una verifica fiscale prevista di lì a breve. Un’accusa che la procura sostiene senza prove lampanti, ma per induzione, sulla base della prassi utilizzata nel deposito di barare sulle giacenze di idrocarburi, per pagare meno accise. Acqua versata nelle cisterne, funzionari della Dogana distratti durante le operazioni di misurazione, contabilità parallele a quelle ufficiali. Su questi aspetti la pubblica accusa si avvale delle testimonianze di alcuni lavoratori, oltre ad aver già ottenuto in udienza preliminare due condanne con patteggiamento (un anno e 6, e un anno e 8 mesi, solo per reati contabili) a carico di due ex dipendenti, i monzesi Maurizio Viganò e Alfredo Pilotti. Tra le parti civili, ci sono anche Brianza Acque e Alsi, titolari del depuratore di Monza, il comune di Villasanta, e il Ministero dell’Ambiente.
Federico Berni