Villasanta – «Allarme e preoccupazione». È la reazione di Legambiente Lombardia alla notizia del rinvio a luglio del processo a carico di Lombarda Petroli per l’ecodisastro del febbraio 2010. La causa avviata lunedì mattina è stata aggiornata all’8 luglio (leggi la notizia).
«Il rinvio al prossimo luglio per valutare esclusivamente alcune questioni preliminari non ci tranquillizza affatto – dichiara Sergio Cannavò, responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente Lombardia – il rischio è che dovranno passare quasi quattro anni dal giorno dello sversamento prima che si possa iniziare con il processo vero e proprio e quindi con la possibilità di accertare le responsabilità».
Ma in tema di tutela all’ambiente peserebbe anche l’inadeguatezza del sistema giudiziario italiano. «Oltre alla cronica insufficienza delle sanzioni penali per chi si macchia di questo tipo di reati – prosegue Cannavò – il nostro Paese sconta l’arretratezza e la lentezza del proprio sistema penale, che spesso permette, soprattutto quando gli imputati sono “colletti bianchi”, di allungare a dismisura i tempi dei processi e di vanificare il lavoro di magistrati e forze dell’ordine. A farne le spese rischiano di essere i comuni cittadini, compresi quelli, come noi di Legambiente, che hanno a cuore la difesa dell’ambiente e del territorio».
Nel febbraio 2010 dalla raffineria di Villasanta erano stati sversati nelle fogne e di lì nel Lambro oltre 1600 tonnellate di idrocarburi. A giudizio per disastro doloso, il reato principale contestato, per coprire gli ammanchi di carburante nei serbatoi in vista di un controllo fiscale ci sono i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, proprietari della Lombarda Petroli, l’ex direttore di stabilimento Vincenzo Castagnoli, e l’ex custode Giorgio Crespi.
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