Tredici indagati per il crac Bames e Sem, gli ex lavoratori tornano in presidio al tribunale di Monza

Gli ex lavoratori Bames e Sem tornano in piazza. Succede giovedì 17 marzo con un presidio davanti al tribunale di Monza in piazza Garibaldi. La convocazione segue la notizia della chiusura delle indagini della Procura di Monza per il fallimento di Bames.
Ex Celestica: una manifestazione davanti al tribunale di Monza
Ex Celestica: una manifestazione davanti al tribunale di Monza Fabrizio Radaelli

Gli ex lavoratori Bames e Sem tornano in piazza. Succede giovedì 17 marzo con un presidio davanti al tribunale di Monza in piazza Garibaldi. La convocazione segue la notizia della chiusura delle indagini della Procura di Monza che ha visto 13 persone indagate per bancarotta fraudolenta legate al fallimento di Bames.

«Auspichiamo che ci sia il rinvio a giudizio e con un rapido processo si accertino tutte le responsabilità nei confronti di chi ha portato al fallimento queste aziende, creando enormi problemi economici e sociali agli ormai ex dipendenti, si accertino le responsabilità e chi le ha causate paghi per il disastro che ha fatto», fa sapere Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Monza Brianza Lecco.


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Sul fronte giudiziario intanto, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, l’israeliano Cats Oozi, amministratore delegato della Telit, ha chiesto una proroga temporale per poter produrre memorie difensive e documenti contro l’accusa di bancarotta fraudolenta che gli muove la procura di Monza nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento Bames-Sem.

Sono gli ultimi sviluppi a due mesi dalla conclusione dell’indagine del pm monzese Walter Mapelli, che ha iscritto nel registro 13 persone, accusate a vario titolo di avere distratto beni e liquidità per circa 230 milioni di euro dalle due società un tempo leader nei servizi di progettazione, sviluppo e distribuzione di apparecchiature elettroniche, dichiarate fallite nel 2013.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Monza e poi proseguite con la collaborazione del consulente Roberto Pireddu sono partite nei confronti dei presunti amministratori di fatto di Bames Sem Vittorio Romano Bartolini, di Monza, i figli Massimo Vittorio, di Monza e Selene, di Milano, nonchè dei tre manager, Luca Bertazzini, di Monza in qualità di presidente del consiglio di amministrazione di Bames fino al 2008, seguito nella carica da Giuseppe Bartolini, bresciano (solo omonimo dei familiari indagati) e Alessandro Di Nunzio, di Milano e infine dei tre professionisti membri del collegio sindacale di Bames, Riccardo Toscano, Angelo Sandro Interdonato e Salvatore Giugni, tutti di Milano.

Erano stati i giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Monza ad interessare la Procura monzese ritenendo la situazione debitoria e finanziaria delle aziende strutturalmente compromessa. Inizialmente nel mirino dei militari delle Fiamme Gialle un contratto di lease back e un finanziamento con cui Bames ha ottenuto circa 87 milioni di euro.

Denaro che, in base alle ricostruzioni investigative, è servito per acquistare partecipazioni in altre società e per finanziare altre aziende del Gruppo. Poi, sotto la lente degli inquirenti è finita la posizione dell’allora responsabile amministrativo di Celestica Italia, Giancarlo Sala, e di due ex dirigenti canadesi della società madre Celestica, Serge Lamothe e Todd Melendy (ora manager di caratura mondiale in altri colossi). Poi il coinvolgimento dell’israeliano Cats Oozi, che ora chiede più tempo per difendersi dall’accusa di avere dissipato 16 milioni di euro ai danni della Bames a favore di Telit Communication attraverso la controllata Telit Wireless Solutions.

«Il paradosso di questa vicenda consiste nel fatto che come Organizzazioni Sindacali e RSU abbiamo dovuto presentare noi, a suo tempo, l’istanza di fallimento per le due società – continua Redaelli – Chiedevamo di esautorare la famiglia Bartolini e il gruppo dirigente dalla gestione fallimentare delle aziende e le indagini hanno evidenziato una bancarotta fraudolenta e una distrazione di beni e risorse economiche che dovevano essere destinate alla re-industrializzazione. Nel 2010 avevamo commissionato l’analisi dei bilanci a una società specializzata e dallo studio della Bartolini Progetti e delle società a essa riconducibili è stato realizzato un dossier dal titolo sicuramente emblematico: “Il saccheggio di Bames, Quattro anni di giochi finanziari sulle spalle dei lavoratori”; ne è seguito un convegno pubblico il 25 febbraio 2011 con la diffusione a più livelli della sintesi della ricerca. Il testo completo di questo studio è stato messo a disposizione sia della curatela fallimentare di Bames, sia della Procura della Repubblica di Monza».

L’appuntamento per i lavoratori è per giovedì dalle 10 in centro a Monza. L’obiettivo è riaccendere i riflettori sulla sorte dei 400 in mobilità dalla fine del 2014 che rischiano di rimanere del tutto disoccupati.