#Morosininpista: sul volante mobile della Mercedes la Fia si contraddice

Il regolamento proibisce di cambiare la convergenza in parco chiuso. Perché la Federazione rende legale cambiarla in pista?
Ancora polemiche sul volante mobile della Mercedes
Ancora polemiche sul volante mobile della Mercedes

Che le Mercedes vadano forte lo hanno dimostrato Valtteri Bottas e Lewis Hamilton che sul circuito di Barcellona hanno concluso, in quest’ordine di tempi, la prima serie di test preliminari al mondiale che dovrebbe cominciare in Australia il 15 marzo. Uso il condizionale perché d’obbligo con l’epidemia di Coronavirus che ha colpito la Cina e del quale non può ancora conoscerne l’espansione.

Tornando ai test, infuria la polemica sul volante mobile, il DAS, che la Mercedes ha presentato sulle macchine di Hamilton e Bottas. Un dispositivo che cambia in corsa la convergenza delle ruote in rettilineo e in curva con grande beneficio, come ha spiegato il responsabile tecnico della Pirelli, per la durata delle gomme lungo tutta la distanza del gran premio e non tanto nel giro secco. James Allison, direttore tecnico della scuderia tedesca, ha spiegato che la Federazione internazionale ha dato il benestare di legalità all’apparato. Ma c’è una doppia contraddizione su questa definizione di legalità.

La prima: il regolamento proibisce di cambiare la convergenza in parco chiuso. Perché la Federazione rende legale cambiarla in pista?

La seconda: il DAS dichiarato legale e quindi fruibile dalla Mercedes, è stato proibito dal regolamento dell’anno prossimo. Perché oggi sì e domani no? La FIA spiega che la proibizione è legata alla necessità di mantenere quello che in F.1 è stato stabilito per il 2021 il budget cap, un tetto massimo di spesa da non superare. A parte il fatto che una simile disposizione va contro le differenti possibilità di finanziamento delle varie squadre, soprattutto quelle di grandi costruttori di auto, differenze che nelle corse sono sempre esistite e che, pertanto, con giri di valzer prevedo non sarà rispettato. Ma perché la Mercedes dovrebbe aver speso cifre considerevoli per utilizzare un sistema come il DAS, che potrebbe risultare stravincente, solo per una stagione? Risposta facile. Perché con il DAS, se ammesso, Hamilton batterebbe il record di vittorie e pareggerebbe il numero di titoli iridati mondiali di Michael Schumacher con un impatto mediatico di enorme portata. Ed eliminerebbe, per di più, un eventuale ritorno di Ferrari, Red Bull e Renault che col tempo potrebbero adottare e perfezionare il DAS. Nel frattempo, la Mercedes avrebbe la possibilità di lavorare sul regolamento dell’anno prossimo preparando altri sofisticati sistemi, magari superando il budget cap mascherandoli come necessari alla produzione di serie. Se io fossi Papa Pio XI, al secolo Achille Ratti, dovrei ammettere che “a pensare male si fa peccato ma a volte si indovina”.

Ora, la discussione è se il DAS potrà essere usato sempre. Io ho i miei dubbi, perché azionarlo richiede da parte del pilota una super abilità se il tracciato del gran premio dovesse richiedere un numero molto alto di spostamento avanti-indietro del volante. Mi immagino un pilota alle prese col DAS a Montecarlo piuttosto che a Baku.

Passando alle prove di oggi, Bottas e Hamilton hanno provato la qualifica con gomme supersoft con due diverse mescole: il finlandese la più performante C5, l’inglese con la meno morbida C4.La Ferrari ha utilizzato Vettel che, in mattinata, si è fermato in pista per un problema alla power unit. Risolto il problema, il pilota tedesco ha continuato i test nel pomeriggio. A me la Ferrari SF1000 è sembrata non molto a proprio agio nel “destra-sinistra”, in altre parole nelle curve lente sulle quali, almeno al catalano Montmelò, ha perso nei confronti delle Mercedes e delle Red Bull. In rettilineo, la Rossa è stata la più veloce, quindi c’è da pensare che nelle giornate di test della prossima settimana i tecnici e i piloti di Maranello cureranno l’assetto della vettura con simulazioni di gran premio. Ho avuto l’impressione, ascoltandolo, che Mattia Binotto sia piuttosto realista sulle attuali possibilità della SF1000 e ammette: “Guardando gli altri debbo dire che sono sicuramente molto veloci. E’ vero che in questa fase sono un po’ meno ottimista per l’inizio di stagione, ma forse lo eravamo troppo l’anno scorso in questo stesso periodo. Rimangono 22 gare in cui, indipendentemente da quale sarà il nostro valore in questo inizio di stagione, si dovrà comunque sviluppare e far crescere la macchina. Fino ad arrivare al punto in cui tutti potremo essere alla pari”.

Come sono lontane le esaltanti parole dette dieci giorni fa alla presentazione della SF1000 di Reggio Emilia!