#Morosininpista: Leclerc e Ferrari scatenati, a Baku un tombino ferma la F1

Il giornalista Nestore Morosini analizza la prima giornata di prove libere del GP dell’Azerbaijan: tra pista cittadina con tombini traditori e tempi che fanno volare la Ferrari di Charles Leclerc.
Charles Leclerc (dalla pagina Facebook ufficiale del pilota)
Charles Leclerc (dalla pagina Facebook ufficiale del pilota)

Prima di commentare la prima giornata di prove libere del GP dell’Azerbaijan, un cenno sulle condizioni della pista cittadina di Baku. Una pista sporca e pericolosa soprattutto sugli angoli, con un tombino che si è alzato sotto la Williams di Russell obbligando gli organizzatori a interrompere, e poi ad annullare, la prima sessione di prove libere per controllare i trecento disseminati lungo la strada che i piloti devono percorrere. Cosicchè a disposizione delle squadre c’è stata solo la seconda sessione di “libere”: col tempo migliore ottenuto dallo scatenato Charles Leclerc davanti a Vettel, Hamilton, Verstappen e Bottas tutti con gomme soft,che sono quelle che verranno usate in qualifica. Scatenato ma bravissimo a contenere, in una curva ad angolo, il sovrasterzo di potenza della sua Ferrari toccando leggermente il muretto senza avere danni o rallentamenti.

Tuttavia, come i lettori che mi seguono sanno, la pole position di un gran premio è sì importante ma quel che conta maggiormente è il passo gara. Ebbene, nell’ultima mezz’ora delle “libere” a disposizione i piloti si sono dedicati alle simulazioni di partenza e, appunto, di gara. Mercedes e Ferrari si sono tenuti praticamente in fotocopia tranne il tempo su un giro di Hamilton di circa tre decimi inferiore a quello delle Ferrari, ottenuto dall’inglese a pista libera mentre i piloti delle Rosse avevano girato sempre col traffico. Quando Leclerc, dopo una sosta al box, ha avuto pista libera ha ottenuto tempi migliori del campione del mondo sia sul primo che sul secondo settore di tracciato entrando poi al box senza finire il giro e, quindi, senza tempo finale visibile. Una manovra per nascondere òla potenzialità della Ferrari? Forse.
La verità la conosceremo solo dopo la qualifica, anche se Toto Wolff – boss della squadra tedesca – ha detto che “ il mondiale è molto più equilibrato di quanto non dicano i risultati finora ottenuti dalle squadre”.

La Ferrari, ovviamente, ha bisogno di vincere. Ma ritengo che solo Vettel ha l’obbligo di farlo, per via dei suoi obiettivi e dei 35 milioni annui che percepisce. Il giovane Leclerc, al contrario, non è sottoposto all’ossessione della vittoria come lui stesso ha dichiarato: “Io devo tirare fuori il meglio dalla mia macchina e non vedo l’ora di vincere la prima gara. Ma non sono ossessionato da questo pensiero. Ritengo Baku una buona pista per le mie possibilità: io adoro i circuiti cittadini”.

Probabilmente, in seno alla Scuderia dev’essere già stata valutata l’opportunità di non ripetere ordini come quelli dati a Leclerc nelle prime tre gare del campionato per cercare di avvantaggiare le possibilità di Vettel. Il quale, fra l’altro, ha fatto una pessima figura in Cina quando ha chiesto di sopravanzare il compagno di squadra affermando di “essere più veloce”. Una frase smentita dai fatti. Perché non posso pensare, conoscendo da tanti anni Mattia Binotto, che la corsa libera dei piloti alla Ferrari non sia stata decisa. Sarebbe, alla luce di quanto sinora ho potuto vedere, un controsenso molto pericoloso ai fini delle classifiche finali.