#Morosininpista: a Monte Carlo le Mercedes sfrecciano nelle prime libere

#Morosininpista è a Monte Carlo. Nelle prime libere del GP di Monaco le Mercedes si sono dimostrate più forti che mai (al box Cristiano Ronaldo col figlio), le rosse hanno accusato ritardi. Ferrari in crisi? Di sicuro in difficoltà. Nestore Morosini: «Prima di dirlo voglio aspettare le libere e la qualifica di sabato». E ricorda un episodio del ’77.
Hamilton Mercedes
Hamilton Mercedes

La musica non cambia anche sul tracciato cittadino di Monte Carlo: nelle prime libere del GP di Monaco le Mercedes si sono dimostrate più forti che mai, Hamilton e Bottas staccati l’uno dall’altro per 81 millesimi di secondo, hanno inflitto quasi 8 decimi a Vettel o oltre 1”2 a Leclerc. Ferrari in crisi? Prima di dirlo voglio aspettare le libere e la qualifica di sabato (il venerdì a Monaco si fa festa) perché ci potrebbe essere una remota possibilità che Leclerc appunto abbia fatto un certo tipo di lavoro, tutto per la corsa. Quindi crisi per ora no, ma difficoltà sicuramente sì perché a Monte Carlo se non ti qualifichi nelle prime due file alla vittoria, di questi tempi, è meglio non pensarci.

Che le Mercedes siano, anche a Montecarlo, su un altro pianeta lo si è visto chiaramente: inserimenti precisi, nessun problema di sottosterzo come invece hanno avuto tutti gli altri teams, Red Bull compresa. Segno evidente che la trazione meccanica delle Frecce d’Argento – al cui box ha sostato sempre Cristiano Ronaldo con suo figlio – è di certo perfetta: nessun segno sulla gomma anteriore sinistra, che è quella che nel sottosterzo lavora molto, mentre usura anche forte sulle Ferrari, sulle Red Bull e sulle Alfa Romeo con un Antonio Giovinazzi in grande evidenza all’ottavo posto davanti a Raikkonen.

Non mi sembra, comunque, che le Ferrari possano insidiare le Mercedes. Piuttosto la mia idea è che debbano stare attente alle Red Bull perché Verstappen e Gasly sono andati forte, soprattutto nella simulazione gara. Simulazione che ha visto, però, le Mercedes dominanti senza problemi. Detto questo, Monte Carlo è un toboga dove può succedere di tutto.

Ricordo che nel maggio 1977 John Watson, miglio tempo in qualifica con la Brabham Alfa Romeo, pattinò in partenza sulle strisce pedonali che, per puro caso, occupavano la piazzola della pole position ed erano non in tintura ma in plastica: fu superato da almeno dieci concorrenti, poi ruppe il cambio e si ritirò mentre la corsa la vinse Jody Scheckter con la Wolf davanti a Lauda e Reutemann, entrambi con la Ferrari. Oppure nel 1982, sempre a maggio, quando vinse Riccardo Patrese con la Brabham Ford il più rocambolesco del GP: a tre giri dalla fine e la vittoria di Prost sembrava ormai certa, ma il francese perse il controllo della sua Renault e sbatté violentemente contro il guard rail. Patrese, che era secondo, passò al comando ma, per via dell’olio lasciato dalla Williams di Derek Daly, si girò al tornante del Loewes spegnendo il motore. I commissari lo rimisero in pista e Patrese potè continuare la corsa che a quel punto era a un giro e mezzo dalla fine. Andò al comando la Ferrari di Pironi, ma sotto il tunnel si fermò per un problema elettrico. Andrea De Cesaris e Derek Daly che seguivano Pironi si fermarono, il primo senza benzina e il secondo per il bloccaggio del motore. Così vinse Patrese, che passò sul traguardo senza sapere di essere arrivato per primo. Altri tempi, oggi la tecnologia dell F1 non consentirebbe un epilogo del genere.