F1, Morosini in pista: nei test “a nascondino”, Leclerc vola sui tempi di Hamilton

Charles Leclerc è venuto fuori. Che fosse veloce, lo si sapeva. Ma che fosse “così” veloce doveva dimostrarlo in pista.
F1: Charles Leclercin una foto d’archivio
F1: Charles Leclercin una foto d’archivio

Il ragazzino è venuto fuori. Che fosse veloce, lo si sapeva. Ma che fosse “così” veloce doveva dimostrarlo in pista. E Charles Leclerc lo ha fatto, girando al Montmelo, con la Ferrari dotata di gomme da qualifica C5, a un soffio dalla pole segnata da Hamilton nel GP di Spagna 2018 (1:16.173). E siccome la Ferrari, come del resto molti altre squadre, non è mai scesa in pista con meno di 25 litri, c’è da pensare che a Melbourne, nel GP d’Australia del 17 marzo, i tempi della terza giornata di test a Barcellona saranno solo ricordi indicativi.

Giovedì è stato il solo Leclerc a girare con la Ferrari, la squadra ha cambiato programma: niente alternanza tra i piloti per consentire al monegasco di recuperare nella sua ultima giornata di collaudi quanto perso in precedenza. Leclerc, che ha completato 138 giri, nel pomeriggio si è dedicato alla simulazione gara come la maggior parte dei team. Sulla Ferrari ha fatto la sua comparsa un nuovo fondo che adotta tre piccole pinne davanti alla ruota posteriore: i tecnici del Cavallino hanno cosparso in quella zona della vernice flo viz per avere una visualizzazione dell’andamento dei flussi d’aria. Poiché i flussi d’aria sono invisibili e non si può studiare ad occhio nudo il loro movimento, questa speciale vernice serve proprio a rendere visibile il comportamento dell’aria in una specifica zona della vettura.

Se ne applica uno strato con una pistola a spruzzo sulla parte della vettura da analizzare e, con le alte velocità, la vernice “disegna” i flussi d’aria. Essa asciugandosi fornisce agli ingegneri dati e informazioni su cui lavorare. Bande intense di vernici indicano le zone in cui la velocità dell’aria è maggiore, al contrario, bande sottili indicano zone in cui la velocità del fluido è minore.

Charles Leclerc, come dicevo, ha ottenuto il suo tempo con la gomma più morbida, la C5; ma va sottolineato soprattutto l’1:17:253 ottenuto con la gomma media C2. Segno che la Ferrari è già a buon punto di competitività. Nell’ultima parte della sessione, però, la sua SF90 si è fermata.

“Ieri abbiamo perso molto tempo, fa piacere essere davanti ma non vuol dire molto in questo contesto – ha sottolineato Leclerc – sicuramente c’è margine per migliorare. Nessun team – ha aggiunto confermando le mie supposizioni – sta spingendo al 100%”.

E ha spiegato che al momento non ha la percezione della reale forza della Mercedes. Considerazione ovvia visto che anche oggi le Frecce d’Argento non si sono esposte poi molto. Hamilton non è andato oltre l’1:18.097, decimo tempo (85 giri): ma è evidente che le Mercedes non possono essere così indietro e che, probabilmente, nell’ultima giornata di test, potremo intravvedere la loro reale potenzialità. Perché venerdì i team sono attesi a una simulazione gara completa: qualifica, partenza e pit stop per i cambi gomme. Ho usato il verbo “intravvedere” e non “vedere” perché anche domani l’incognita sui quantitativi di benzina sarà quella più importante per risolvere l’equazione-competitvità.